Che bello gareggiare in casa!

Avere gare di Coppa del Mondo fuori dalla porta di casa non ha prezzo perché una manifestazione di questa portata ha la forza di stanare dai posti più remoti vecchie glorie della canoa, amici, parenti, oltre a miei  ex atleti che ho allenato e con cui ho condiviso gioie e dolori.  Il piacere di vedere a distanza di anni ed anni i compagni di fiumi di un tempo ti carica di emozioni e piacere e così la Coppa resterà dentro di me non solo per i risultati degli atleti, ma anche e soprattutto per i mille abbracci teneri e sinceri, per le infinite strette di mano forti ed energiche e per le parole dolci, curiose ed effervescenti  rubate nei piccoli spazi liberi tra una semifinale e finale. Ho ricevuto tanto affetto e spero di averne restituito altrettanto perché magari in questi momenti è difficile rilassarsi e sorridere, è difficile pure avere il tempo magari per bere un caffè assieme o di sedersi a bordo fiume come sempre abbiamo fatto a parlare di una vita che ci sta regalando tanto, parlare di una canoa che ci ha uniti e che a distanza di anni ha la forza e la capacità di tenerci uniti se pur lontani, ma nel  cuore vicino, se pur per un attimo quando cioè incrociamo i nostri sguardi e ci rituffiamo in un passato fatto di onde e corrente.

Poi ci sono le gare e c’è chi in finale incanta non solo per l’oro vinto, ma per quegli oltre dieci secondi di distacco che proiettano Jessica Fox nell’olimpo degli dei. C’è l’emozione  di aver visto Zeno entrare in finale stringendo i denti fino alla fine e c’é il dispiacere di averlo poi visto spegnersi quando la febbre dei giorni scorsi è tornata prepotente e non gli ha dato pace bloccando braccia e cuore nel momento decisivo.
Poi ci sono gli occhi dei ragazzini  azzurri che rientranti dal raduno in Francia ci hanno portato energia e gioia perché con  loro il futuro sarà ancora e sempre bello da affrontare.

Domani ultimo giorno di gare sotto casa poi si carica e si parte per La Seu d’Urgell, ci aspetterà  una lunga notte alla guida dei furgoni, ma ci faranno compagnia i sorrisi e le gioie vissute in una Ivrea che si è prodigata al massimo con tutti i suoi volontari e con tutta la sua organizzazione. Una cosa è certa che comunque vada lo « stadio della canoa » ha vinto ancora la sfida mondiale.

Occhio all’onda! 









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