Gare sì, ma quelle giuste


La grande bellezza di essere in Italia è anche nell’ordinare un caffè e non dover specificare per almeno 10 volte che volete un espresso, corto, corto,  espresso, espresso. Purtroppo però, fuori dai confini nazionali, il caffè arriva lungo, lungo e neppure pollice e indice, per indicare la quantità della nera bevanda da mettere nella tazza, possono servire per ottenere quello che per noi qui è naturale e ovvio.  L’espresso è buono perché in poco raggruppa tutta l’essenza di quello che vuole darci e ci insegna che troppe parole storpiano, così parlare bisogna farlo quando è d’uopo e necessario. Il troppo caffè innervosisce e fa male…così come le tante parole seguite da pochi fatti potrebbero infastidire dimostrandosi inutili se non seguite da un lavoro quotidiano senza vivere su ricordi e imprese fatte che cadono nel patetico se si è se stessi a riproporle. 

Ormai, dopo la breve doverosa pausa per ricaricare le batterie, si riprende a macinare chilometri per accompagnare i giovani all’appuntamento continentale dove avremo modo di rituffarci in quella grande avventura che sono le gare. E’ indubbio che il periodo estivo per un giovane diventa fondamentale nella sua formazione e le gare sono  l’elemento motivazionale per non mollare mai l’entusiasmo in proiezione futura. Gare che però se affrontate male potrebbero trasformarsi in negatività ecco quindi la necessità da parte di un tecnico e di una Società  di fare le giuste proposte e scegliere obiettivi raggiungibili e palpabili al giovane atleta. Forzare la mano con partecipazioni a manifestazioni di altissimo livello potrebbe creare più danno che vantaggio, mentre gareggiare con atleti di pari livello sotto il punto di vista dell’età e della preparazione sicuramente aiuta a stimolare tutto il movimento a partire anche dagli stessi tecnici che vedono così concretizzare il lavoro fatto. Alle Società permetterà di giustificare l’impegno profuso,  mentre ai giovani atleti una finale nella propria categoria saprà dare gli stimoli giusti anche nei momenti magari più difficili che tutti vivono durante la preparazione.

Occhio all’onda!

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