Padroni di casa in tutti i sensi!


Kaspar/Sindler hanno dovuto fare delle acrobazie non da poco per restare dentro a tutte le 25 porte disseminate sul tracciato di Troja. Hanno messo in atto tutto lo scibile canoistico immaginabile, pennellando ogni singolo palino che esso sia di color rosso o verde. Hanno usato manovre in retro, pagaiate indietro, ecar, scarti e quant’altro per infilarsi in combinazioni di porte troppo strette per le loro imbarcazioni. Alla fine i padroni di casa vincono, ma quanta fatica però! Ritorno sul concetto che C2, C1donne  e K1 donne dovrebbero gareggiare su tracciati diversi rispetto i K1 e C1 uomini. Molti equipaggi hanno dovuto fare i conti non tanto contro il tempo, ma soprattutto contro un sistema che li penalizza non poco e che se vogliamo penalizza intero spettacolo chiamato slalom. Sono state più le porte fatte in retro o pagaiando indietro rispetto a quelle discendendo verso il senso della corrente. Per non parlare delle donne in ginocchio costrette a risalire porte, aggrapparsi alla pagaia con le unghie, risolvere situazioni estreme anche con tanti e tanti eskimi. L’acqua ha avuto il sopravvento su molte di loro, riducendo  la specialità a mera sopravvivenza  per raggiungere in qualche modo il traguardo. 

Diverso se parliamo della finale del kayak maschile che come sempre qui a Praga è seguita da tanta e tanta gente presente lungo tutto il tracciato. 

Finale non facile che in sintesi riassumerei così:
- lo slovacco Grigar  abbandona i suoi sogni di gloria alla porta 13 incastrandosi con la punta sotto il cartellone pubblicitario.
- Il campione olimpico 2016 Clarke perde contatto alla risalita 3, cerca poi di rimettersi in careggiata, ma il suo colpo è stanco e mollo il 95,31 è un tempo decisamente fuori dal podio.
- Sebastian Schubert, che tra la semifinale e la finale si è coccolato il suo piccolo pargolo, parte a bomba  entra bene nella 3 e nella serie di discese resta bene in assetto, veloce pure nella combinazione 12 / 13, ma soprattutto tra la 14 e la 15. E’ in corsa per una medaglia ma al buco per entrare nella 23 perde molto e ferma i cronometri sui 91,44. gli varrà alla fine un bronzo importante.
- Michal Smolen, lo statunitense di origini polacche e dalla lunga chioma, alla porta 5 entra con tutto il peso indietro e la sua punta sposta letteralmente le due paline e lo caccia fuori dalla luce della stessa. Come se non bastasse alla 23 ci fa due giri attorno prima di infilarla e finirà nono.
- Samuel Hernanz, che continua a cambiare modello di canoa, è brillante in tutta la prima parte, poi perde nella parte centrale e si disunisce alla 20 dove il 50 è inesorabile.
- Mathieu Biazizzo, il francese vincitore della coppa 2016, parte male e tocca la porta numero 1, non era mai successo in tutta la giornata! Poi alla risalita 18 esagera ed entrando tocca con la punta ancora una volta. Troppe penalità per salire sul podio e si porta a casa un quinto posto.
- Lucien Delfour, sulla sua rosa canoa, mi ricorda Enrico Lazzarotto, pagaia bene ed è veloce. All’arrivo spunta una penalità alla risalita 13. Gli australiani fanno immediato ricorso - anche se non si può più farlo in finale - e vengono cacciati via malamente dal supremo capo Jean Michel Prono che fa il bello e il brutto dello slalom mondiale.
- Ondrej Tunka scende nel boato della gente è in vantaggio su tutti gli intermedi, ma all’entrata della porta 23 commette lo stesso errore visto fare da Zeno Ivaldi in semifinale e cioè quello di farsi prendere sull’ultima parte del buco e non riesce ad infilarsi dentro la porta. Tunka poi cerca di recuperare e prende 50 alla successiva e ultima risalita. Gara chiusa al settimo posto.
- Jiri Prskavec, dopo una semifinale decisamente controllata, si lancia a capofitto sul suo canale. Brillante e scattante, ma alla porta 13 prima si impianta e poi tocca il palino. Non mola insiste, ma il suo 87,38 più 2 non basta per vincere l’oro.
- Vit Prindis è un fenomeno con la sua centralità eccelsa nel spingere la canoa verso valle facendola passare costantemente al centro delle porte. Il ceco, accompagnato anche lui da una folla scatenata, non perde un colpo anche se è leggermente dietro al suo compagno Prskavec, ma il fatto di mantenersi pulito gli permetterà alla fine di portarsi a casa vittoria e gloria infinita.

Abbiamo visto molto bene Giovanni De Gennaro che però per un 50 molto dubbio è costretto a rimanere al palo, bene anche Zeno Ivaldi che con il suo 14esimo posto si garantisce il posto per i mondiali di Pau. Peccato per la puntata alla 13 e per l'errore all'entrata della 23.  L’altro italiano in gara Jakob Weger paga la sua voglia di spingere anche dove non è concesso e si ritrova spesso in ritardo.

Domani donne sedute e uomini in ginocchio poi tutti ad Augsburg per la seconda tappa di coppa.

Occhio all’onda! 




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