Colpo indietro: magico se usato nei modi e nei tempi giusti


C’è un colpo nello slalom che diventa salvatore e risolutore, ma nello stesso tempo si  rischia pure di utilizzarlo anche a sproposito parliamo cioè del "colpo indietro". Sarebbe corretto parlare non di colpo, che ci fa pensare e si associa ad una azione propulsiva, ma punto di appoggio o fulcro per controllare, caricare, ruotare e anticipare la spinta. Una azione che da’ energia alla canoa e che permette di essere molto precisi e definiti.  La sua effettiva resa  però è da mettere  in relazione alla  sintonia che si riesce a creare tra la  pala e il  corpo e nello specifico il collegamento dissociato tra busto e gambe attraverso il mezzo.
Il  "colpo indietro" parte dalla chiusura di una propulsione o di un aggancio e, in relazione allo stato in cui lo stesso si mette in essere,  ha una caratteristica precisa e cioè quella che dovrà essere utilizzato con una  espansione proporzionalmente adeguata alla necessità di quella specifica situazione di porta e di acqua. Lo stesso gesto deve essere gestito con grande sensibilità e destrezza, rispettandone tempi, pressione e angoli. Il vantaggio però è evidente sotto molti punti di vista primo fra tutti quello di poter eseguire il colpo anche in prossimità molto ravvicinata del palo interno su cui si dovrà girare o addirittura sotto lo stesso. Questo punto di appoggio nell’acqua ha due precisi momenti e cioè il primo è quello del caricamento che arriva dallo scivolamento della canoa verso l’obiettivo prestabilito e il secondo è il punto di rotazione. Gli errori più frequenti sono legati alla soluzione di forza dello stesso e all’uso esclusivo delle braccia, quando si dovrebbe viceversa impegnare, più che in ogni altro colpo, tutto il corpo se pur in momenti ben distinti e differenti.
Facile da intuire che il movimento si fa proprio passando ore a provare e  riprovare per acquisire sensibilità e destrezza che difficilmente si possono sviluppare con esercizi come il Blaho  o con tanti test con bilancieri o correndo su piste rosse che poco hanno da condividere con lo spirito dell’acqua che corre.

Occhio all’onda! 


 

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