Seguire l'acqua per ballarci sopra



Non sono mai stato un fenomeno in matematica, ma mi ricordo che a scuola  per facilitarci le operazioni da bambini  ci insegnavano a scomporre i numeri per rendere la cosa più facile. In slalom succede la stessa cosa bisogna scomporre il problema per avere la soluzione migliore e oggi ne ho avuto un'ulteriore prova.

Location: canale olimpico di Rio 2016, ultimo salto.
Allenamento: percorso diviso in due o full lenghts
Combinazione di porte: risalita a destra sotto il salto, discesa successiva tra la corrente e la morta un metro e mezzo più bassa e totalmente dall'altra parte, quindi discesa verso il lato destro.
Protagonisti: olimpici  e medagliati a mondiali o coppa del mondo

Su questa combinazione ho visto molti atleti in difficoltà e penso principalmente per due motivi: il primo perché molti di loro non rispettavano i tempi e i ritmi dell'acqua, è come ballare una milonga con i tempi di un vals o un vals con i tempi di un tango: si va fuori giri con la ballerina con cui state danzando. La stessa cosa succede in acqua tra le porte da slalom e quel che peggio vi arrabbiate perché lei non vi segue e il vostro umore ne risentirà parecchio. Il secondo motivo si collega al primo perché  probabilmente l'analisi fatta del brano in ascolto, pardon dell'acqua da cavalcare, non è stata fatta al meglio pensando di far ruotare la canoa con la sola forza delle braccia, tra l'altro mi dicono sensazione molto disgustosa per una ballerina quando la si sposta letteralmente solo con la forza bruta degli arti superiori!  

Sostanzialmente la soluzione migliore per questa combinazione era seguire l'acqua anche se apparentemente poteva sembrare che la stessa ti portasse fuori linea. Ma si sa che a volte le linee più rotonde sono anche le più veloci perché non si perde contatto con l'acqua.
Poi via via dopo ogni discesa gli atleti capivano che per superare positivamente questa combinazione bisognava montare sopra il ricciolone del salto e scendere con lui sull'altro lato senza farsi prendere dalla frenesia del fare. In fondo è meglio saper fare pochi passi di tango, ma saperli fare a tempo piuttosto che conoscerne tanti e andare via per la tangente su altre note musicali!

Occhio all'onda! 



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