E' questione di ruoli

 "parlo a braccio! 
  ho qui un discorso  
  pronto… ma non ho 
  voglia di leggerlo" 
    - Papa Francesco -

Credo che ci sia una ragione specifica perché nel tango molte donne oggi  studiano o ballano da "leader". Il motivo è semplice ed intuitivo se guardiamo la nostra società. Infatti sempre più donne sono chiamate a fare l'uomo nella vita e se è vero che questo muoversi a tempo di musica non è altro che il riflesso della vita ecco perché c'è la necessità di apprendere da parte delle donne anche il ruolo maschile. Tango dialogo tra due persone, tra due corpi che si muovono e si racconto la vita, ma secondo il mio modesto parere da antico e romantico pensatore, ognuno ha qualche cosa da dire all'altro all'interno però del proprio genere. Nella famiglia, che dovrebbe essere il modello o per lo meno lo è stata fino ad oggi, si necessita che il papà faccia il papà e la mamma la mamma. Credo che l'esempio verso i figli sia tutto nella vita per dare una marca forte ai vari ruoli che devono essere ben definiti. Le generazioni future  hanno bisogno di certezze rispettando ovviamente le diversità che sono comunque anche quelle frutto della natura.  Anche nel lavoro credo che ognuno debba rispettare la propria funzione rendendo al massimo in quella sua specificità che diventa determinante per il conseguimento dell'obiettivo finale.
Viviamo però in una confusione di ruoli, funzioni e gesti. Tutti vogliono fare tutto e tutti sono maestri nel ruolo dell'altro.  L'uomo che vuole fare la donna e viceversa dimenticando che geneticamente siamo diversi e nella vita abbiamo pure funzioni specifiche che ci sono state assegnate dalla natura stessa. Odio l'appiattimento e il fatto che si voglia insegnare un ruolo, che non è il tuo, agli altri perché questo limita la sensibilità e il lasciarsi trasportare dalle emozioni.
Una donna che apprende il ruolo da "leader" quando tornerà a ballare da "follower" si aspetterà sempre qualche cosa dall'altro che lei avrebbe fatto in quel momento e non è trasportata dal suo ballerino nel cielo per volare e per danzare, che esso sia a tempo o no o che sia tecnicamente perfetto oppure no.
Nel mio ruolo di allenatore non insegno nulla, cerco solo di mettere gli atleti nella condizione di far scoprire a loro stessi come interpretare determinate azioni, attraverso il loro vissuto e mediando con il presente che stanno vivendo.  Io non sono dentro di loro e neppure dentro la loro canoa, sono loro che devono trovare le soluzioni. L'allenatore o il maestro sono strumenti per scavare all'interno di ognuno di noi.  Nel tango se ci limitiamo a fare ciò che ci viene insegnato saremo sempre brutte e limitate fotocopie di altri. Dobbiamo certamente studiare e apprendere tecniche e gesti che devono però essere interpretati e rivisti attraverso l'individualità della singola persona.
Trovo disgusto vedere due ballerini ballare con delle coreografie  preconfezionate. Amo e traggo giovamento da due ballerini che si muovono liberi sulla pista senza falsità. Forse anche per questo che non riesco mai a seguire un discorso letto rispetto ad un altro a braccio. 
Mi sono allontanato dal tema principale, ma è il tango che ti porta a non avere confini! 

Occhio all'onda!

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