Quando siamo padroni del movimento?

C'è un sistema molto facile ed efficace per capire se un movimento è fatto proprio ed è entrato nel proprio bagaglio motorio. Lo si può percepire dalla capacità individuale di gestire la velocità di esecuzione con la possibilità  di riprendere lo stesso movimento da posizioni diverse.  Solo così possiamo sapere se effettivamente la struttura che lo compone è chiara e conosciuta. Un movimento si basa sull'equilibrio e cioè sulla capacità di mantenere il corpo in una data posizione sia essa statica, dinamica o aerea.
Che cosa facciamo quando cerchiamo di praticare un gesto che non conosciamo?  Siamo presi dal panico e proviamo a risolvere tutto ciò aumentando la velocità. Questo ci porta a trovare soluzioni in disequilibrio. Spesso e volentieri vedo atleti che per risolvere determinate situazioni aumentano la frequenza di pagaiata ottenendo però l'effetto opposto. Si cerca la soluzione sulla velocità del movimento, mentre la chiave di volta sta esattamente nel capire dov'è il nostro punto di forza. In canoa il vero riferimento e la stabilità dell'azione arriva dalla superficie dell'acqua, se noi facciamo un paragone nel tango l'equilibrio arriva dal nostro appoggio al suolo con i piedi.  Se abbiamo ben chiari questi concetti possiamo incontrare la giusta postura e la giusta base per lavorarci sopra. 
L'abilità di chi ha fatto suo un determinato movimento è quella di riuscire a realizzare il tutto a rallentatore sia esso un passo di tango o una risalita in slalom,  mantenendo ovviamente in ogni istante l'equilibrio, ma non solo. Conoscendo ciò che sta prima e ciò che verrà dopo sa mettere anche in atto lo stesso gesto da qualsiasi posizione. Dove sta quindi  il vero  problema o l'aspetto essenziale di ogni movimento? Beh spero che sia chiaro no, inutile ripeterlo?

Occhio all'onda!

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