Demo Run e due parole sul percorso



La giornata di vigilia iridata è andata in senso opposto e cioè abbiamo prima assistito e registrato la demo-run per la semifinale e finale e poi quella per la qualifiche di domani. Spendiamo subito due parole su chi ha disegnato il percorso e cioè Thomas Schmidt, il campione olimpico in k1 nel 2000, e Marianne Agulhon anche lei una ex atleta francese di alto livello con cui ieri sera, alla cena di benvenuto, abbiamo fatto un po di gossip assieme a Myriam Jerusalmin. La francese naturalizzata australiana era molto elegante e  con i capelli freschi di parrucchiera non passava inosservata. Questo, per la verità,  non c’entra molto con il tema di oggi.
Agulhon tracciatrice del percorso di gara
Schmidt e Agulhon sono arrivati qui a Praga da due giorni, hanno seguito qualche allenamento e oggi ci propongono un percorso molto spigoloso per semifinale e finale e un altro decisamente più aperto e scorrevole per le qualifiche. Io ovviamente non ho nulla contro loro due che sono persone che conosco bene e da molto tempo. Non mi piace però il fatto che i due sono comunque distanti anni luce da quello che dovrebbe essere l’evoluzione dello slalom moderno impegnati in casa loro a fare più o meno un altro lavoro. Io ho  la mia idea, ovviamente, ma loro hanno le idee che detta il presidente del boarding dello slalom che stimo come politico, ma meno come tecnico. Mi consola il fatto di aver provato praticamente tutte le combinazioni proposte in questi due mesi trascorsi nella capitale della Repubblica Ceca con i miei atleti brasiliani. Altro dato interessante è il tempo fatto registrare dai forerunners. Siamo sui 90 secondi di gara per i Kayak nella prova di qualifica, le donne sedute superano abbondantemente i 100, mentre le colleghe in ginocchio hanno di che divertirsi per più di due minuti. 
Classicissimo il tracciato con una partenza lanciata e solo dopo 5 porte troviamo la prima risalita a sinistra ben dentro la morta del primo bucone del tracciato. Si uscirà da lì per andare a fare la risalita successiva a destra per poi entrare nella parte più chiusa dell’intero tracciato dal punto di vista di onde e riccioli. Combinazione più volte collaudata tra la porta 12 e 13 con un traghetto nel ricciolo parallelamente alla stessa risalita 13. Il proseguo è ancora una serie di porte sfasate prima di arrivare al secondo ponte dove bisogna saltare stretti a sinistra per la risalita 19. Usciti ancora due discese prima di entrare nella risalita “Cipressi” a destra, ai mondiali 2006 era la 20 oggi è la 22.  Si chiude sfruttando l’onda trasversale che va da sinistra a destra. Lungo sprint finale per chiudere la gara. 
Tempo atmosferico bigio, fresco e tendente al brutto. Non ci rimane che usare l’ora successiva per analizzare il percorso con gli atleti prima di andare all’opening cerimony... quindi a più tardi per iniziare alla grande questo mondiale! 

Occhio all’onda!  

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