Ritrovarsi in una risalita


Ad Augsburg ci sono due risalite che mi fanno impazzire, mi danno gioia, serenità e mi rituffano nel passato.

La prima è giusto dopo la balena del ponte dei “sospiri”, la seconda è sotto l’ultimo ponte quasi nascosta e riparata da sguardi indiscreti.  Che cos’hanno di tanto particolare è presto detto: sono semplicemente fantastiche nella loro semplicità. 
La particolarità è data dal fatto che per farle bene e veloci non devi fare praticamente nulla, devi solo prepararle bene e ascoltare la musica che trasmettono. Devi trovare il tempo per infilarti dentro, lasciare la tua coda libera di girare, e uscire tanto velocemente quanto velocemente sei entrato. Il lavoro che il corpo è chiamato a fare è notevole, ma non è altro che un gioco di pesi, come un gioco di pesi è il tango. Se non balli o non vai in canoa forse non ti puoi nemmeno rendere conto che hai un peso e che questo peso te lo puoi giostrare a tuo piacimento per godere di gesti, che una volta assimilati, diventeranno parte integrante di te stesso.  Nella risalita poco distante dalla “balena” ti rendi conto perfettamente quanta influenza avrà il tuo saper gestire lo spostamento del corpo e ti renderai conto che se avrai pazienza nell’ascoltare la dolce melodia dell’acqua saprai capire perfettamente quando sarà il momento giusto per riportare il corpo prima al centro, poi leggeremente indietro e ancora avanti. 
La risalita sotto il ponte penso di conoscerla da oltre 35 anni. Ci diamo del tu anche se molto tempo fa ci guardavamo con sospetto e prima di entrare in lei usavo il “voi”, tanto rispetto e soggezione mi incuteva. Poi con gli anni... sono cresciuto e  ci siamo conosciuti più profondamente, lei mi ha fatto capire tante cose a volte anche maltrattandomi. Mi ha  rubato qualche volta  l’aria, trattenendomi tra le sue lunghe e infinite correnti. Mi ha risucchiato come un turacciolo in un oceano, mi ha sconquassato via via le varie canoe che negli anni si sono evolute. Poi è passato il tempo, io mi sono fermato a giocare contro il tempo e lei, che questo sa,  mi culla come fossi ancora quel bambino che ha conosciuto e che ha svezzato. Lei continua a regalarmi le emozioni di un tempo, ma soprattutto mi ricorda quanto è bello ed unico trovarsi da quelle parti ogni tanto. E’ incredibile come il tempo si è fermato quando sei lì preso dalla sua velocità, dalla sua bianca corrente, dalla sua dolce poesia. Ti rendi conto che il tempo passato non si è perduto e lo ritrovi magicamente ogni volta che ripassi da quelle parti. Torni in un istante fanciullo, atleta, uomo, allenatore, padre, amante  e ti fa capire che nulla e nessuno ti ha lasciato come nulla e nessuno ti ha rubato nel tempo tutte quelle emozioni, gioie, sentimenti e anche amarezze che hai vissuto fra le sue tenere braccia. 

Occhio all’onda!  

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