Poche emozioni ma forti in Coppa


Attraversando in macchina  la baia di Bristol questa mattina mi sono reso conto che mi avrebbe aspettato una giornata assai lunga ed impegnativa. Ora a giochi fatti mi rendo conto che il programma è troppo complesso e se vogliamo decisamente dispersivo. Infatti oggi  il "Wildwater International Center"  è stato solo riempito dagli addetti ai lavori, pubblico assente, neppure i fans più accaniti del circuito di slalom erano presenti.  A questo punto  vale la pena mantenere questi protocolli tanto dispendiosi quanto noiosi?  E poi che senso ha fare nella stessa giornata qualifica e semifinale cambiando percorso? 
Ovviamente non ho le risposte speriamo che ce le abbia qualcuno più in alto e che ne conosca le ragioni... a me personalmente sfuggono! 
In qualifica ho goduto guardando Hradilek in K1 e Lefevre in C1. Poi  mi sono entusiasmo ancora due volte. La prima seguendo la semifinale del giovane campione europeo Prskavec e la seconda ammirando la prima parte di gara della semifinale di Kauzer. Fatalità ha voluto che tutti e due chiudessero la prova con un 86,16 che sa di miracoloso. Unico neo per Pero Kauzer il tocco alla risalita 11 che lo pone in quarta posizione, ma il divertimento arriverà dalla finale. 

Non vi ho raccontato però della prima manche di Vavra Hradilek, il vice campione olimpico, che ha saputo regalarci una lezione di tecnica allo stato puro. Una di quelle discese che se analizzate con il famoso lanternino del cosmopolita Diogene di Sinope ti fa scoprire non  solo l’uomo dal filosofo greco tanto cercato, ma ti fa ritrovare anche tutta l’essenza dello slalom. Centralità del corpo, spinta di gambe impressionate, lavoro di bacino unico, rotazioni da far invidia al pianeta Giove, lucidità e serenità in ogni gesto. Per riassumere direi: “Hradilek semplicemente sublime nella sua essenzialità”.
Di Lefevre non dovrebbe sconvolgermi più nulla, tanto è conosciuta la sua arte nel pagaiare che sia in ginocchio o seduto, ma oggi mi ha lasciato basito nel vederlo in qualifica cambiare lato di pagaiata per ricercare il debordè. Ora i C1 nati kayak cambiano mano per evitare proprio questo gesto incrociato, lui invece questo movimento lo ricerca con entusiasmo.  Per la verità lo ha imparato bene quando era il Lefevre in k1 imbattibile negli anni 2002-2005, poi lo ha mantenuto e oggi che si cimenta anche nella canadese si ritrova metà lavoro già fatto. Chi non si ricorda delle sue uscite dalle risalite in K1 con  in debordè?  Anche in kayak per la verità il transalpino non è stato male con il suo quinto posto in semifinale. Per dovere di cronaca però bisogna aggiungere che Lefevre in C1 è rimasto fuori dalla finale e Hradilek da quella del k1. Poco importa i due ci regaleranno grandi emozioni in questa stagione... me la sento! 

Mi manca tanto la mia macchina fotografica che è a sistemare. Mi devo accontentare dell’ I-Phone e della video camera per qualche foto ricordo anche ai miei atleti che oggi però non hanno aperto bene la stagione di Coppa. Il cammino è lungo e noi siamo qui a lottare ogni giorno per trovare la strada giusta. Purtroppo non siamo come qualcuno di nostra conoscenza che se anche non ha risultati sa esattamente come ottenerli... buona fortuna!  

Occhio all’onda! 

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