Avanguardia tecnica fra i paletti dello slalom



Mi è piaciuto l’ultimo editoriale del direttore di “Sette” del Corriere della Sera Pier Luigi Vercesi, che tra le altre cose dice:
il peggior crimine è quello di spacciarsi per ciò che non si è, e cercare ruoli che non si sa nemmeno in cosa consistano e quali responsabilità comportino”
poi prosegue: “Il malinteso della democrazia web, secondo la quale tutti saremmo intercambiabili, deriva dai videogiochi, dove di volta in volta si è vittima o carnefice, supereroe o ladro, pedone o regina, inseguitore o inseguito. No, la realtà è un’altra cosa. È fatta di studio, di apprendistato, di lavoro, di errori commessi che si impara a non replicare, di carriere costruite sul merito”.
Già!  Viviamo in una Italia dove basta candidarsi a delle primarie o proporsi sul web  per diventare un politico a tutti gli effetti. Dal nulla ad amministratori pronti a relazionarsi con i massimi sistemi. Ciò che non concepisco è come si possa arrivare a certi ruoli senza aver fatto la giusta gavetta con le dovute esperienze. Come si possa  poi accettare tutto ciò senza vergogna o imbarazzo non lo capirò mai.   Per fortuna che lo sport non ti permette queste scorciatoie. Se vuoi raggiungere il sogno olimpico hai una sola via, un solo cammino o percorri quello o resti seduto davanti alla televisione a guardare chi quella strada l’ha percorsa, faticando, soffrendo, piangendo, gioiendo. 

Come al solito cado nel tranello di scrivere anche gli strani pensieri che girano in questa “cabeza” e non mi limito invece a raccontare le emozioni che anche oggi ho vissuto sul campo di slalom di Liptovsky, restando così nel mio campo anzi nelle mie acque di competenza. Veniamo quindi al punto che sintetizzo molto velocemente definendolo d’avanguardia al pari passo di quello che fu nei primi anni del ‘900 il Surrealismo. Il movimento aveva lo scopo di far emergere l’inconscio vissuto da noi nei nostri sogni e tradurlo in arte, parole o disegni. Il surrealismo ha tre tematiche fondamentali che sono l’amore come fulcro della vita, il sogno e follia considerati i mezzi per superare la razionalità e in fine la liberazione dell’individuo dalle convenzioni sociali.  Bene tutto ciò l’ho ritrovato oggi guardando un allenamento di Cippo (al secolo Stefano Cipressi*) con Co (Andrea Benetti**) in C2. Sicuramente nella loro arte sportiva c’è l’inconscio di qualche sogno notturno, dove l’amore è quello per la canoa e per i paletti dello slalom, mentre la razionalità è superata dall’azione per liberarsi dalle limitazioni delle convinzioni comuni.  La loro ricerca stilistica è talmente avanti che mi è difficile da capire, ma che viceversa apprezzo come arte d’avanguardia creata da due geni della pagaia. Troppo facile sarebbe stato per loro prendere un normale C2, salirci sopra e mettersi a pagaiare più o meno come il resto del mondo sta facendo. Ovviamente lo sforzo che sono chiamati a fare, penso del tutto volontario, è enorme. Mettere in crisi un sistema consolidato e mettersi in crisi personalmente non è facile tanto più se devi combattere contro onde, ritorni d’acqua, freddo, invidie e altri mille sottili sotterfugi che non dovrebbero far parte del mondo sportivo, ma che purtroppo ahimè ci sono. 
Nel guardarli si rimane incantanti come davanti ad un opera d’arte che può piacere oppure no, ma comunque va ammirata e se possibile capita ed interpretata. Forse i due atleti dovranno ancora lottare molto, ma se è vero che li conosco bene e da tempo, sicuramente riusciranno ancora a farmi emozionare e a farmi godere davanti alle loro future rappresentazioni artistiche. 

Occhio all’onda! 

Stefano Cipressi
   - campione del mondo K1 slalom 2006 
   - 3 World Cup 2004 k1 slalom
   - 13 Giochi Olimpici Londra 2012 - C1
** Andrea Benetti
    - 3 campionati del mondo 2007 - C2 (Erik Masoero)
    - 6 Giochi Olimpici 2004 - C2
    - 5 Giochi Olimpici 2008 - C2 

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