Mexico


Hanno gli stessi sguardi e gli stessi comportamenti dei bimbi che molti anni fa ci aspettavano a Peralta sul rio Reventazon in Costa Rica e che ci assalivano per portarci le canoe fino al treno. Noi arrivavamo distrutti da discese appassionanti e particolarmente difficili, quando, un tempo, la canoa slalom era anche tutto ciò. Quando s’ intervallavano duri allenamenti tra le porte con infinite discese romantiche alla ricerca delle onde e dell’avventura con le  grandi rapide dai nomi altisonanti come  “Jungle rapid”  o “Orendo” ... garanzia di divertimento e adrenalina. 
La gente qui a Union de Tula, Messico, rimane incantata per ore a guardare le canoe sul Rio Ayuquila. Hanno volti inespressivi, non tradiscono emozioni e per farli sorridere bisogna mettercela tutta. In effetti però, con la vita che conducono e con le prospettive future, certo c’è poco da sorridere. 
Vivono isolati dal mondo e solo in questi giorni hanno qualche cosa di diverso. Nella loro quotidianità si dedicano all’allevamento dei pochi capi di bestiame che possiedono, qualche mucca, due o tre capre, un asino. Ci sono anche tre maiali che vanno a passeggio con i ragazzini e alla sera vengono chiusi in un recinto fatto di sassi, mentre i bimbi entrano in case fate di mattoni ricoperte da tettoie di alluminio.  Ci sono anche un paio di galli che camminano con passo spavaldo  seguiti da galline vispe e che si danno un gran da fare per seguire il maschio dominante. Più distante e alla rinfusa arrivano anche i  pulcini che si perdono a giocare con tutto e tutti.  
Le donne più giovani sono vestite con maglioni molto colorati, ma decisamente smunti dall’usura. Fa molto caldo eppure la gente di qui veste pesante con maniche e pantaloni lunghi.  Le donne più anziane al fiume ci vanno per prendere acqua e per lavare gli indumenti che poi stendono su un filo tirato tra due grandi alberi. Le vedi nell’acqua fino alle ginocchia alla mattina quando passiamo per andare a fare allenamento e poi le rivedi ancora la sera quando rientriamo in città lasciando quel paesaggio intatto alla sua natura. 
Sì perché la gara non è proprio a Union de Tula, una cittadina di 20 mila persone, ma è a circa 40 km dentro la montagna. Si percorre un primo pezzo di statale 50 in direzione ovest e poi ci si infila in una strada sterrata che ti porta in cima alla montagna che sovrasta Union de Tula. Quando ci arrivi sopra devi scendere dall’altra parte su una strada sempre fatta di terra e tanti tanti sassi, mettendo ogni volta  a dura prova la tenuta delle gomme dell’autovettura noleggiata a Guadalayara. Su queste stradine di montagna ogni tanto qualche capitelo o qualche ricordo di defunti. Il Mexico è molto cattolico e le chiese, semplici, le puoi vedere spiccare in mezzo al nulla. 
Ci sono cactus così grandi che ti sembra impossibile possano esistere e poi ci sono le piante grasse con tante spine che spuntano dai sassi e capisci che la forza della natura sfida tutto pur di trionfare.  I muli qui li caricano di legna o di acqua e loro quieti e forse rassegnati svolgono il loro compito con il massimo impegno. Non è raro vedere anche muli che portano uomini che si arrampicano sulla montagna irta per andare a controllare le piantagioni di tequila. Ci dicono, ma non le ho viste, che più nascoste all’interno e lontano dal villaggio ci siano anche piantagioni di marujana. Qui è una zona di traffico di droga, un punto di passaggio importante. Lo scopri per il fatto di vedere camionette di militari vestiti da guerra che scorazzano sulla statale 50.    I soldati che viaggiano nel cassone sono ritti in piedi. Indossano l’elmetto con un passamontagna sul viso e  con il mitragliatore pronto a fare fuoco. Dietro di  loro colleghi seduti, forse stanchi, forse addormentati, per il turno appena terminato sul ponte di plancia di queste camionette d’assalto. Noi siamo scortati dalla polizia federale fatta venire in gran numero per i Pan-Americani. Eppure sembra tutto così fuori dal tempo, sembra impossibile che si possa vivere ancora  coltivando un pezzettino di terreno, oppure portando le vacche al pascolo che in questo periodo dell’anno è piuttosto scarno. Per fortuna che da giugno a settembre arrivano le grandi piogge. Ci dicono essere molto abbondanti  e trasformano il giallo di oggi in un verde vivo.

Occhio all'onda! 

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