Il movimento forma di comunicazione


E’ impressionante cosa può fare il nostro corpo e come può muoversi più o meno sinuosamente; mi emoziona ogni forma artistica insita nell’uomo. Le due cose vanno a braccetto perché entrambe diventano strumenti di grande comunicazione e nello stesso tempo se condivise portano alla completezza umana. 
Il gesto, il movimento diventano mezzi per mettersi in relazione anche con gli altri per trasmettere e per esteriorizzare la propria personalità. Necessario però passare prima dalla scoperta della propria natura. Con la successiva analisi e approfondimento si arriva alla consapevolezza del proprio essere.
Il nostro corpo è fonte di energia, dobbiamo solo saperla cogliere e trasformarla in ciò che desideriamo, altrimenti rischiamo di sciuparla, rischiamo di non percepirla,  ricacciandola nell’abisso dell’indifferenza. Detta così sembra una cosa strana, ma riflettendoci ci rendiamo conto che dentro di noi sono nascoste bombe atomiche che possono esplodere oppure possono essere disinnescate dalla quotidianità, dalla pigrizia e dalla paura di scoprire il nostro vero io. 
Certo, devi avere la fortuna d’incontrare una via per scoprire tutto ciò, per capire cosa ti aspetta dietro ad ogni passo, dietro ad un gesto, dietro al linguaggio, dietro ad un segno su un foglio bianco. L’unico vero segreto è quello di lasciare libera la nostra sensibilità per recepire in ogni dove tutto ciò.
Mi è piaciuta un’osservazione di Federico Moreno (1)
 che correggendomi in un passo di tango mi ha detto che il problema stava non tanto nel gesto che poteva essere eseguito più o meno correttamente. Il vero problema stava nel fatto che non comunicavo con la mia partner le mie intenzioni: “e per fare tutto ciò puoi usare la direzione del capo, dello sguardo , per anticipare e per comunicare il passo successivo”. Questo mi ha fatto riflettere non poco aprendomi a questa riflessione. In effetti i mezzi dell’espressività sono molteplici, come molteplici sono gli strumenti che noi possiamo utilizzare per comunicare: ne abbiamo molti quindi, usiamoli senza timore, senza risparmiarci, senza falsa modestia. Liberiamoci dalla paura di esprimere i nostri veri sentimenti. Solo così vivremo permanentemente in quello stato sublime che ci permetterà di entrare, anzi di essere sempre in sintonia con tutti quei segnali che gli altri, il nostro corpo e la vita ci lanciano in continuazione.  
Aprirsi a ciò significa percepire le gioie degli altri, significa godere anche di emozioni altrui, significa apprezzare scoperte con il chiaro scopo di condividerle. 

Altra cosa interessante, sempre legata a quest’argomento, è riuscire a capire che il gesto, il movimento prendono consistenza solo nel momento in cui si riesce a renderlo proprio attraverso l’unico mezzo che lo possa rendere tale: l’allenamento! E può bastare ciò? Assolutamente no se prendiamo l’allenamento solo come un processo fisiologico fine a se stesso. Per entrare in uno stato più elevato bisogna inserire la motivazione, la dedizione e l’apertura a nuove scoperte, scrollandoci di dosso tutte le nostre paure motorie.

Occhio all’onda! 

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1 - Federico Moreno - dopo aver insegnato educazione fisica ed essersi specializzato in educazione psicomotoria a Buenos Aires, nel 1991 inizia ad insegnare tango ai bambini. L'anno seguente si sposta in Francia dove inizia a danzare a livello professionistico nella compagnia di Catherine Berbessou. Contemporaneamente insegna tango presso le migliori scuole di Parigi, come lo Studio Peter Goss e lo Studio Artesonado. Il suo metodo di insegnamento è fondato su un sistema personalizzato di disegno con gessi. Con la Compagnia di Catherine Berbessou porta in scena numerosi spettacoli di tango, come A fuego lento(1996) e Valser (1999), messi in scena nelle passate edizioni di Oriente Occidente.

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