Si torna al passato con i percorsi di gara


Siamo tornati a giocare a calcio dopo praticamente un mese di astinenza per concentrarci sui Pan-Americani. Ora ci siamo ributtati nella preparazione per la prossima stagione in Europa, negli Stati Uniti e per i Giochi Olimpici e il football del sabato è come la Santa Messa della domenica sera o il caffè della manana! Con il pallone tra i piedi sono sempre un fenomeno, nel senso che corro parecchio e produco gioco. Il mio fisico ne trae beneficio e la mente, che è costantemente accesa sui pali dello slalom, si rilassa un pochino. L’effetto tecnico del mio divagare per il campo per la verità non porta a grandissime prestazioni, oggi solo un goal che appaga per questa settimana la sete di gloria! Dicevo che i Pan-Americani, seguiti da molti appassionati on live via internet - che spettacolo questo mezzo - ci hanno confermato un ritorno al passato da parte dei “course designer”. La cosa mi ha sorpreso per metà nel senso che guardando gli Oceania Championships a Penrith in Australia mi era nato il sospetto che qualcosa stesse cambiando. Anzi più che cambiando mi sembrava un ritorno ai tempi che furono. Le risalite e oltre il 90% di porte in discesa erano costituite da due pali, dopo che da anni si stanno sperimentando percorsi veloci con un palo solo. In Australia super Cali è l’unico che è riuscito a restare sotto i 90” tutti gli altri decisamente sopra e donne e C2 abbondantemente hanno superato i 100 secondi. Troppi secondo una logica in cui lo slalom dovrebbe essere un’espressione di velocità, destrezza, spettacolo. Con percorsi ancora così lunghi si mette in crisi il sistema televisivo che non può riprendere e mandare in internet tutta la gara per ovvi motivi di registrazione e relativo montaggio al volo. Facciamo questa piccola analisi: nel 2000 ai Giochi Olimpici di Sydney la partenza era all’inizio del canale. A quel tempo le canoe erano lunghe 4,00 metri e le porte formate da due paline che potevano essere distanti fra loro da un minimo di 1,20 a un massimo di 3,50. Bene nel 2012 ... 12 anni dopo, dopo aver cambiato le misure delle canoe, sperimentato mille formule diverse siamo tornati da dove eravamo partiti. E’ mai possibile una cosa così? Mi chiedo ma in questi 12 anni abbiamo perso solo tempo? Dove vogliamo andare a finire? Possibile che non ci sia una linea guida da seguire che in realtà c’è perché discussa in diversi symposium tra allenatori e che viceversa non viene rispettata? Dipendiamo da come si sveglia il presidente del bording internazionale dello slalom che, secondo me, dovrebbe occuparsi di marketing e non di aspetti tecnici e tanto meno non dovrebbe mettersi a disegnare i tracciati di gara. Che il presidente faccia il presidente, procuri spazi televisivi e venda il prodotto slalom al resto ci devono pensare i tecnici che tutti i giorni si cucinano al sole o si raffreddano al vento e al gelo! Ho scritto di questa cosa a Sue Natoli - che è nel bording dello slalom - aspettiamo la risposta. Non so se poi risponderà potrebbe sempre scegliere la strategia di alcuni nostri tecnici della discesa che invece di rispondere pubblicamente sul forum mi mandano e-mail intimidatorie non frutto del loro sacco, ma…forse opera di qualche loro collaboratore?

Occhio all’onda!

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