Cosa ricordare del XXXIV mondiale di Slalom?


Sono passati quasi 10 giorni e i mondiali si sono sedimentati... noi iniziamo a metabolizzarli, è quindi tempo per fare studi, analisi, confronti prima di archiviarli definitivamente. Meglio farlo ora visto che sicuramente presto saremo rapiti dalla vita e dall’inizio della preparazione 2012. Si corre sempre avanti e molto spesso ci dimentichiamo del passato non remoto, ma anche del passato recente, perdendo occasioni per riflettere in tranquillità. Ma come sempre sarà una analisi a senso unico e questo ovviamente non fa bene al nostro mondo. Lasciamo quindi stare malumori e tristezze e guardiamo subito che cosa ci ricorderemo a lungo di questa XXXIV edizione.

Diverse le cose da sottolineare.

La prima è legata al fenomeno di Michael Martikan che esce da un podio individuale iridato dopo ben 16 anni e 11 edizioni. Se ci pensate è una vita intera. La prima volta che ci salì era il 1995 ai mondiali di Nottingham, in quel mondiale in cui vinse David Hearn a distanza di 10 anni dalla sua prima vittoria di Augusburg. Lo slovacco fino ad oggi ha vinto 4 campionati del mondo individuali, 3 argenti e 3 bronzi. A questo palmares vanno aggiunti 4 titoli iridati a squadre, 2 ori e 2 argenti olimpici e 4 coppe del mondo.
A Bratislava, quasi in casa sua, si è dovuto accontentare del 7^ posto per un erroraccio alla porta 13... una banale discesa tra corrente e morta dopo una risalita!

La seconda sono le 4 medaglie di Fabien Lefevre che hanno dell’incredibile. C’è chi lavora una vita per mettersi al collo una medaglietta ad un campionato del mondo e il francese in una sola edizione ne conquista 4 di tutti i colori. Dove è partito ha preso medaglia... evidentemente non aveva intenzione solo di partecipare! L’aspetto più interessante di tutto ciò, dal punto di vista di un allenatore, è capire come si possa mantenere a lungo lucidità, freschezza e motivazione per ogni singola discesa, per ogni singola specialità. Un amico e vecchio compagno di pagaia e di gare seguendo il mondiale alla televisione ha fatto una giusta osservazione: “mi ha impressionato lo sguardo del francese, che sembrava passeggiare su quel canale molto difficile”. L’amico poi mi ha anche erudito sulla voce tecnica via etere... evito di riportare i vari commenti che purtroppo sono tutti in un’unica direzione. Affermare che Lefevre è stato il migliore alla risalita “Niagara” ci vuole tutta soprattutto per il fatto che proprio lì il transalpino ha perso un oro che era alla sua portata.

La terza da sottolineare è quella che i vincitori della squadre in C1 hanno battuto i vincitori del K1 men. Cioè Martikan, Slafkovsky, Benus hanno fatto registrare un tempo di 109,97 mentre Grimm, Shubert, Aigner 110,79. Un’impresa che stava già per riuscire anche a Jon Lugbill, Ron Lugbill, David Hearn nel 1981 quando a Bala fecero registrare il miglior tempo anche sui kayak, ma una penalità all’ultima porta li privò di questa impresa consegnando loro comunque l’oro nella C1 a squadre. Ci sono voluti 30 anni di storia dello slalom per arrivare a tutto ciò!

La quarta cosa insolita: non vedere in finale nel K1 donne nessuna atleta tedesca dopo che quest’anno avevano vinto gli Europei, il test-Event a Londra e gare di coppa del mondo. Decisamente inusuale!

Il quinto punto riguarda gli Hochschorner che raggiungo con Jon Lugbill e Richard Fox nel totale di numero di campionati del mondo individuali vinti e guarda caso proprio cinque. Loro però stabiliscono un nuovo record assoluto nel vincerne 4 consecutivi.


Se poi compariamo il mondiale 2011 con quello 2010 notiamo che su 5 campioni del mondo individuali se ne sono riconfermati solo due e cioè Corinna Kunle nel kayak femminile e gli Hochschorner nel C2. Conferme ancora per Lefevre/Gargaud argento ’10 e ’11 e podio uguale per il K1 a squadre con Germania, Francia, Italia. Riconfermati campioni del mondo i bianchi di Francia nel C2 a squadre.

Occhio all’onda!

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