Un modo diverso di vivere la finale di Coppa


Era tempo che non vivevo una finale in mezzo al pubblico. Solitamente sono rinchiuso dentro la sala video con due monitor e un cronometro in mano. Riemergo solo all’arrivo dell’ultimo atleta. A Praga, per le semifinali e finale delle donne e delle canadesi doppie, sono rimasto tutto il tempo tra la gente di fronte al mega schermo delle immagini. Ho partecipato e condiviso l’emozione di molti praghesi accorsi per questo evento. Ho urlato, ho sofferto per i loro beniamini, ho partecipato alla gioia della medaglia conquistata, ho diviso gli spazi delle tribune, l’unica cosa che non sono riuscito a fare come loro è bermi montagne di birra e mangiare tonnellate di hot-dog e cetrioli!
Insomma un’emozione diversa rispetto alla mia normale routine di allenatore. Una bella sensazione che mi ha fatto capire che da queste parti la canoa si può vivere come si vive una partita di calcio o una corsa di cavalli. Sì! come una corsa di cavalli visto che qui si poteva anche scommettere sulle varie finali con tanto di atleti quotati e valori relativi. Bella festa, bella gente, bella finale vissuta alla grande in una giornata finalmente estiva.
Ho già detto che l’organizzazione era perfetta, ho già detto che gli speakers sono stati bravi a tenere le redini della competizione dando una vera e propria anima parlante a gesti esaltanti e a momenti indimenticabili. Ho già anticipato la vittorie di coppa per gli Hochschorner anche se usciti in semifinale per un banalissimo errore all’entrata della 16 in risalita. Non ho detto nulla del C2 italiano Benetti/Masoero che ho visto molto bene e in crescita. Se riusciranno a mettere maggior reattività nell’uscita delle risalite non avranno problemi a finire la stagione in gloria. Su Elena Kaliska vi avevo già messo in pre-allarme dopo le gare di Londra e lei sta avvalorando quanto avevo anticipato. Qui ha vinto offrendo un altro smacco alla sua vera ed unica avversaria per la rincorsa alla sua terza medaglia d’oro olimpica e cioè Jana Dukatova.
Ho già detto che la formula della Coppa va rivista. Sue Natoli, il delegato ICF per lo slalom, ci sta mettendo molto impegno, ma è triste notare che a Praga nella finale di coppa non fosse presente nessun rappresentante ufficiale della federazione internazionale. Eppure il tempo ci sarebbe stato perché qualcuno di alto locato fosse presente per dare valore ad una Coppa che sembra interessare sempre meno. La canoa slalom ha troppe poche gare, troppi pochi trofei da assegnare, troppe poche categorie da premiare. Alla fine sono sempre gli stessi a spartirsi onore e gloria. Quello che voglio far notare è la mancanza di circuiti di serie “B”. Gli slalomisti o fanno la coppa, mondiali e campionati continentali o non sono nessuno. Bisognerebbe creare il circuito di coppa europa per chi è escluso dal circuito maggiore. Quello che succede ad esempio nello sci. Un atleta dei paletti si allena 10 mesi all’anno per gareggiare in cinque o sei gare. I ciclisti che fanno gare di almeno 4 ore hanno due gare alla settimana per 8 mesi all’anno.

Detto ciò la mia casa viaggiante ha ripreso la strada per trasferirsi a Bratislava dove si fermerà fino ai mondiali. Anche Enrico Lazzarotto, sulla sua macchina, ha ripreso la via di casa. E’ ripartito con “Orgasmo”, la sua ultima canoa da creek che ha testato anche sul canale di Troja, e con tante immagini che presto prenderanno forma e sostanza e che avremo modo di goderci. Sarà un’occasione anche per capire che potenza possono avere certe fotografie e montaggi. Per il momento c’è il titolo: “the ultimate dream” il resto poco conta!


Occhio all’onda!

Praga, 15 agosto 2011 - Slalom World Cup Final

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