Haradilek - Martikan - Pfeifer and Hochschorner the winners

Cosa mi è piaciuto della semifinale dei k1 uomini? Tutto! Entusiasmanti questi atleti che dimostrano di essere tutti molto competitivi. La rosa dei possibili vincitori si allarga, cresce, si espande. Nulla sembra impossibile anche per i più giovani. Mi è piaciuto parecchio Samuel Hernanz, un ragazzo che conosco molto bene visto che arrivò in Spagna dalla Francia quando io ero il direttore tecnico degli iberici. I suoi natali da parte di padre erano spagnoli e quindi optò di gareggiare per questo paese. E’ migliorato molto e lui ha lasciato posto alla sua naturale leggerezza abbandonando presto l’irruenza giovanile che ti porta a fare scelte troppo estreme, quello che sta succedendo a Giovanni De Gennaro. Vista l’età però ci sta, avrà tempo per capire che a volte è meglio cercare di dosare l’energie perché la gara è lunga al contrario della vita che sembra troppo corta!
Vi parlo della semifinale perché la finale ha tutto un altro sapore. La finale è un momento unico, sublime che per me è assestante con la crescita dell’atleta e dello stesso movimento globale. Un batter d’ali della farfalla, un soffio di vento, un’onda che si rompe sulla scogliera. Qui tutto può succedere, come è già successo spesso e volentieri in tutte le finali olimpiche, ma di questo non è tempo di parlare ad un anno di distanza.
La mia vena giornalistica però mi impone di raccontarvi anche della finale che è stata non priva di sorprese visto l’eliminazione in semifinale di Super Cali per un 50 alla porta 7. Vittoria e gloria a Vavrinec Hradilek che dopo cinque manche alla ricerca della propria dimensione riesce a trovarla proprio quando conta. Parte non benissimo e sulle prime tre porte sparisce e riappare saltando da buco a buco. Si prende un grande rischio dalla risalita 4 alla 5 in retro. Infatti attraversa tutto il lungo ricciolone tenendo la pala destra in acqua e sembra non guardare la porta successiva, lo sguardo è fisso sulla pala e sull’acqua fino quasi alla fine che tira questo colpo e sembra perdere la porta. L’abilità di cambiare ancora millimetricamente la sua direzione permette all’atleta di ruotare velocemente la canoa ed entrare nella cinque per poi lanciarsi nella combinazione “ski” sei e sette. Belle pagaiate e una frequenza controllata. Alla fine saranno 102 i colpi dalla partenza all’arrivo. Tocca la palina più bassa della porta a “ski” 16, ma prosegue imperterrito. Chiude la gara con una veronica all’ultima risalita a sinistra e ferma il cronometro in un magico 92,53 più 2 quindi per un totale di 94,53 che oggi vale oro pre-olimpico e tanta carica per l’appuntamento del prossimo anno. Kauzer è ballerino e a volte incerto si piazza secondo con 95,50 e terzo un Lefevre rinato in K1. Il suo tempo è 97,51. Qualche rimpianto per Giovanni De Gennaro, che però non ci deve essere, il suo tempo è 94,90 ai quali si devono sommare tre tocchi e un salto di porta alla due forse inesistente o perlomeno molto dubbio. Il tempo però dovrebbe dargli tranquillità e garanzia di un grande futuro sportivo.

A Martikan sono serviti 87 colpi per vincere la gara e si è tolto anche lo sfizio di fare la 5 in discesa, per lui ogni retro fatta è una sorta di pugnalata alla schiena... chissà cosa pensa del canottaggio!

Donne e C2 partono nel pomeriggio - altre storie da documentare e da regalarvi

finale k1 men il vincitore lo potete vedere qui


finale c1 men il vincitore lo potete vedere qui

Nella finale delle donne ci si entra risalendo le porte come la Hilgertova alla 5, ma anche con un salto di porta come Melanie Pfeifer - la 2 in discesa. Assurdo com’è assurdo che poi la tedeschina, fatica ad arrivare al metro e 60 per 50 chilogrammi, va a vincere la finale fra le donne! Una gara, la sua, pulita senza sbavature e con 109,05 non ha problemi a restare al comando fino alla fine. Lei, dopo la sua magica prova e confuciana... si siede sulla riva del fiume e aspetta il cadavere del nemico! video
Piccola considerazione: qui le atlete per nazione erano due o tre, pensate cosa succederà alle olimpiadi quando a rappresentare uno stato sarà una sola! Nella finale di oggi avevamo 2 tedesche, 2 ceke e due britanniche.
La morale della favola in slalom è: non bisogna mai arrendersi fino a quando non si è tagliato il traguardo, poi ci penserà il destino a scrivere la parola fine.
La spagnola Chourraut, che aveva vinto la semifinale, fa gran bene fino alla 15 in risalita e sembra avere in mano la vittoria. Da lì in poi si scompone fino alla 18, si riprende, ma sbaglia l’uscita dell’ultima risalita fermandosi nel rullo. Finirà quinta.
Un capolavoro la discesa dei fratelli Pavol e Peter Hochschorner il tempo 103,86 è fantastico e cioè al 9% da Hradilek e con un margine di vantaggio di 3 secondi e 11 dai cugini e compagni di squadra Skantar, che le olimpiadi le guarderanno dal salotto di casa. Il resto del mondo è lontanissimo più di 9 secondi. Vi potete fare un’idea di quanti sono nove interminabili secondi? Vi consiglio di guardarvi il video... merita. mettetevi comodi e ammirate quello che fatico a raccontare e a descrivere. Mi ci vorrà del tempo per riuscire a vedere ogni dettaglio di questa prova, loro che rincorrono la quarta medaglia d’oro olimpica.

Qui sbaraccano tutto e tutti quindi mi sa che devo abbandonare la mia postazione, vado a fare un giro a Londra tanto per cambiare aria -




Occhio all’onda!

London Prepares Series, 31 july 2011

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