Tre modi diversi di interpretare una gara di Coppa del Mondo


Che differenza c’è tra David Florence, Stanislav Jezek e Alexander Slafkovsky? Tutti è tre sono sul podio, nell’ordine in cui li ho scritti, nella prima gara di coppa del mondo 2011, ma... c’è un ma! Il britannico è sicuramente un ottimo C1, non c’è bisogno che lo dica io, parlano i suoi risultati e il suo argento olimpico. E’ un forsennato dell’allenamento, non si risparmia mai e tra specialità singola e doppia si trova sempre a lottare per il podio. Ad un certo punto della sua carriera e cioè giusto l’anno scorso si era messo in testa di provare anche la qualificazione olimpica in canadese da velocità. Poi per ragioni di tempo e soprattutto logistiche ha deciso di mollare questo tentativo di record assoluto di ecletticità sportiva ed è rimasto tra i paletti dello slalom. Oggi su un tracciato decisamente selettivo è riuscito a mantenere lucidità andando a vincere su un ceco e uno slovacco che interpretano la canadese singola in maniera sublime, almeno dal mio punto di vista. Jezek e Slafkovsky si assomigliano tanto da sembrare fratelli, somiglianza che hanno anche nello stile con cui guidano le loro canoe. Leggeri e dinamici. Veloci e poco dispersivi. Jezek farà 35 anni il prossimo 21 novembre e in finale ha pagaiato come sa fare lui nei momenti migliori; peccato per il tocco altrimenti quel 99,24 gli avrebbe regalato il bronzo fra i K1 men. Slafkovsky di anni ne ha fatti 28 l’11 marzo ed è impegnato sentimentalmente con un biondina molto carina di tre anni più giovane di lui. Tra l’altro lei, Jela, è la sorella della fidanzata del C1 slovacco che gareggia per l’Italia e cioè di Stano atleta del Canoa Club Sacile dell’amico Giuseppe Coan (Beppi, ma che fine hai fatto!?! una volta almeno a Tacen ti ci si vedeva!). Ah dimenticavo Stano è anche l’allenatore di Alexander e, visto che lo allena, si allena anche lui e gareggia per i colori azzurri considerando il fatto che, nella nazionale della sua nativa patria, sarebbe praticamente impossibile metterci anche solo il naso!
Dopo tutto questo giro mi sono un pochino perso... ah sì! C’era il ma da spiegare. In effetti guardano i tre in finale mi sono esaltato in maniera diversa lasciandomi, per ognuno di loro, trasportare da emozioni che i tre sanno regalare in modo decisamente diverso.
Vedendo Florence ammiravo la sua volontà e la sua forza nel fare ogni pagaiata. Quel suo muovere la testa in continuazione mi fa molta tenerezza e penso sempre, quando lo guardo, che con tanta forza d’animo e volontà si possono ottenere grandi risultati. Ammirando la discesa di Jezek, viceversa mi rendevo conto che, fino a pochi minuti fa, era seduto davanti alla mia postazione video davanti a tre computer a sistemare i problemini tecnici che i Cecki avevano avuto con l’informatica e i vari video. Poi me lo ritrovo sul mio monitor in finale e quasi inconsciamente alzo lo sguardo pensando che forse non era lui quello che stava disputando la gara. Tutto questo per dirvi che il lungo atleta praghese ha un modo tutto suo di affrontare le competizioni, di muoversi sui campi di gara, di vestire in modo alternativo, sembra più un “capitato da quelle parti per caso” e che abbia poco a che vedere con la canoa.
Osservando invece la finale dello slovacco ho capito che lui si gode un mondo a giocare con l’acqua visto che la sua espressione del viso è sempre molto distesa e sorridente, specialmente su tracciati altamente impegnativi. Semplicità e canoa piatta sono i suoi tocchi di colore fra i paletti dello slalom.

Poi se penso ai kayak mi rendo conto che il nostro sport è veramente imprevedibile. Due settimane fa il trionfo di Super Cali agli europei e l’amarezza di Kauzer. Oggi i ruoli si sono invertiti con uno sloveno che in finale sembrava non toccare l’acqua da tanto leggero che era.

Domenica semifinali e finali per donne sedute e uomini in coppia inginocchiati e ne vedremo delle belle

Tacen, 25 giugno - Slovenia 1st slalom race World Cup 2011

Occhio all’onda!

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