Rapidità l'arma migliore per un K1MEN


Mi si prospetta una gran bella settimana lavorativa qui a Bratislava ricca di spunti e approfondimenti tecnici. Sono arrivati i tedeschi, c’è anche il ceko Vavřinec Hradilek, mentre gli slovacchi sono rientrati da Londra dopo le selezioni e quindi si inizia a vederne di belle. Insomma ho cinque giorni di goduria, mi sa che tra un allenamento e l’altro con il rientrato Rheinisch, mi metterò sul ponte a gustarmi questo fior fiore di atleti impegnati a rifinire la stagione oramai alle porte. Stagione che mai come nell’anno pre-olimpico è così emozionate da seguire e da vivere. I tedeschi, ma penso di averlo già scritto, hanno lasciato fuori nel kayak maschile il magico Fabian Dorfler, che guarda caso, proprio domenica scorsa ha gareggiato a Tacen e li ha messi tutti in fila: dal campione del mondo in carica al campione del mondo 2009. Che ci vuoi fare Fabian? La prossima volta alle selezioni ti basterà fare percorsi puliti e non rischiare troppo come hai fatto quest’anno! Ma si sa che lo slalom è questo e anche ai migliori capitano giornate nere. Pensare che avevo visto il campione del mondo 2005, tanto per citare qualche suo successo, ad Augsburg in aprile e mi sembrava volasse tanto andava forte giù da quel budello d’acqua che a distanza di 40 anni è sempre bello ed attuale. Fuori dalla squadra nazionale anche gli slovacchi Jan Sajbidor, campione europeo 2007, e Peter Cibak bronzo ai mondiali 2005. E visto che parliamo degli esclusi non possiamo non citare due big dello slalom azzurro che quest’anno resteranno al palo a guardare europei e coppa, sperando che succeda l’impossibile per rientrare in vista dei mondiali. Parliamo cioè di Stefano Cipressi e Diego Paolini. Il primo, l’anno scorso, fu finalista ai mondiali di Tacen e chiuse in ottava posizione; successivamente, con i forestali Paolini e Molmenti, conquistò il bronzo iridato a squadre. Ora, se in parte ci sono giustificazioni per l’esclusione di Cipressi, visti alcuni problemi fisici che lo hanno costretto ad un lungo periodo di inattività, si fa fatica a capire le ragioni per cui l’altro atleta sia rimasto fuori da una squadra che, per la verità, ha da quest’anno delle piacevoli novità. Eppure Paolini, che vive e si allena a Valstagna, seguito dal tecnico forestale e nazionale Ferrazzi, sembrava il più quotato per entrare in nazionale in pianta stabile. Il veneto però, a mio modestissimo avviso, non ha seguito quella naturale evoluzione tecnica che lo slalom sta vivendo in queste ultime stagioni. Mi spiego meglio. Paolini è sicuramente un raffinato atleta sia per stile che per eleganza, ma ha perso o non ha più coltivato l’elemento base dello slalom moderno: la rapidità. Il suo modo di esprimersi al giorno d’oggi è troppo poco dinamico. Un’azione lineare come la sua purtroppo non è più redditizia neppure sotto l’aspetto della regolarità. Oggi i Kayak uomini devono osare ogni volta che mettono la pala in acqua, non possono regalare nulla agli avversari. Un bell’esempio di tutto ciò è Sebastin Schubert che anche oggi mi ha impressionato positivamente qui sul canale di Cunovo: aggressivo, pulito e sempre molto attento, un’azione dinamica che ha come principale obiettivo quello di far scorrere al meglio la canoa. Se questo è l’inizio chissà cosa ci aspetterà da qui ai mondiali di settembre! Chissà invece che cosa farà il forestale Diego Paolini che è rimasto fuori dalla squadra. Dal mio punto di vista dovrebbe non perdere il treno e cercare di partecipare a più gare internazionali possibili per l’Europa. Rimettersi in gioco ed usare le sue risorse, anche economiche, per dare una svolta importante al suo modo di pagaiare, considerando che ha dalla sua una facilità estrema a far scorrere la canoa. Se si ferma ora, un professionista come lui, farà poi molta fatica a riprendere il giro. Dovrebbe prendere ad esempio Lefevre che nel 2007 rimase fuori dal team. Lui, il transalpino, non si perse d’animo, ad un anno dai Giochi Olimpici, e si buttò a capofitto nel circuito internazionale di tipo C. Poi rientrò nel 2008 e si mise al collo l’argento a cinque cerchi. L’anno successivo salì anche sul C2 e dimostrò una grande prova di coraggio e volontà agonistica. Cipressi molto probabilmente ripiegherà la stagione in C1 vista la sua ecletticità, come fece nel 2006, anno in cui partecipò agli europei in questa specialità chiudendo al 30esimo posto e poi, ripescato all’ultimo, vinse il mondiale in K1 a Praga in una giornata molto molto lunga tra mille tentennamenti e polemiche! E’ arrivato a Bratislava anche il giapponese Takuya Haneda, il C1 che due domeniche fa ha battuto a Liptovosky Mikulas il re della specialità, umiliandolo in casa, ma di lui vi racconterò domani. Nel frattempo non mi sono chiare le convocazioni per l’Europeo di slalom emanate con protocollo n.°1729/PV. Nel senso che se viene convocata la donna che ha fatto registrare a Tacen una percentuale di distacco del 37,8% rispetto al 25% richiesto e non viene neppure chiamato il tecnico nazionale Ferrazzi a che cosa servono le selezioni e le delibere federali? E cosa dire poi nel settore discesa dove vengono fatte le convocazioni per i mondiali di sprint e successivamente per, sembra, proteste familiari vengono aggiustate e rifatte? Mah!

Occhio all’onda!

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