Allenarsi divertendosi



"Ah sì, vi riconosco, nemici miei in consesso:
menzogna, codardia, doppiezza, compromesso.
Lo so che alla fin fine voi mi darete il matto: che importa?
io mi batto, io mi batto, io mi batto..."

Sono sempre con la valigia in mano e non riesco mai a prepararla a dovere… non capisco perché! Mi preoccupo meticolosamente per tutto quello che riguarda l’attrezzatura tecnologica: video, mac, prese, memorie, cavi, doppie prese elettriche e poi non dimentico mai la cancelleria, i fogli per scrivere, il blocco degli appunti e i libri, ma spesso e volentieri lascio a casa: scarpe, mutande, pantaloni, felpe, shampoo, dentifricio e mille altre cianfrusaglie che però a volte servono. Questa volta mi sono dimenticato le magliette e così passerò questa settimana con una bellissima polo che ho acquistato in Australia qualche anno fa sponsorizzata dalla Sanyo. Mi consola il fatto che è la casacca ufficiale dei Panthers, la squadra di rugby di Penrith.

Pazienza sopravvivrò anche a questo!

Consoliamoci con un bell’esempio di allenamento intelligente e divertente ad opera dei soliti sudditi di sua maestà in trasferta qui a Bratislava. Per stimolare i loro atleti i tecnici si sono inventati il “Thursday Challenger”. In cosa consiste questa sorta di Wimbledon sull’acqua e non sull’erbetta è presto detto. All’ultimo salto finale hanno messo una risalita molto alta prima a destra e poi a sinistra da ripetere dieci volte da una parte e altrettante dall’altra. Ad ogni prova i giudici - allenatori - davano un voto per l’esecuzione. Uno per un’azione perfetta, due per un passaggio buono, tre per un passaggio rallentato, quattro per un errore importante e cinque per il salto o l’esecuzione errata. Alla fine la classifica finale con tanto di tabellone, premiazione e proclamazione del vincitore. Tutti contro tutti canadesi e kayak in un’unica classifica.
La cosa interessante è il modo in cui è stato proposto il lavoro oltre al modo in cui è stato fatto e il modo in cui è stato interpretato da tutti gli atleti. Bella idea per mantenere alto e stimolante l’allenamento e per far riprovare nel miglior modo possibile una combinazione che ai prossimi mondiali potrebbe essere decisiva e determinante. L’obiettivo era anche quello evidentemente di riuscire a mettere un po’ di tensione durante le prove. Si sa che ci vuole del sale sull’insalata per impreziosirla e per mangiarla con più gusto. Gli inglesi come sempre sono venuti in Slovacchia a ranghi completi per quanto riguarda lo staff tecnico e tecnologico. Anche con gli atleti non scherzano. Ci sono i tre k1 men selezionati per la stagione 2011, che poi sono gli stessi dello scorso anno e dell’anno prima ancora e cioè Richard Hounslow, Campbell Walsh e Huw Swetman. Nei c1 si sono qualificati David Florence, Dan Goodard e Mark Proctor. Hanno lasciato a casa le donne del kayak a lavorare con Paul Ratcliffe che le ha praticamente segregate dall’ottobre scorso in un convento a Londra. Non sono venute in Australia, non si sono viste altrove e sembra che stiano lavorando in segreto e con regimi piuttosto severi. Non mi stupirei se l’amico Paul le facesse vestire anche con il saio e con il velo! Tra le tre dello scorso anno, dopo le selezioni, è uscita Louise Donnington (nona ai mondiali di Tacen) ed è rientrata Fiona Pennie (seconda ai mondiali 2006, 17^ ai Giochi Olimpici di Bejing) quindi la squadra in rosa sarà composta, oltre che da quest’ultima atleta, da Elizabeth Neave (3^ ai mondiali 2009) e Laura Blakeman (12^ Giochi Olimpici 2000 a Sydney e campionessa del mondo a squadre nel 2009). Gli inglesi non godono di ottima salute nella canadese biposto infatti Timothy Baillie e Etienne Stott sono entrambi fermi per problemi fisici. Il primo è stato operato per una lussazione alla spalla e il secondo è ritornato dal chirurgo per sistemare una vecchi problemi ad un gomito.
Nel frattempo è arrivato anche Tony Estanguet sua eccellenza Cyrano de Bergerac accompagnato dal fratello-allenatore Patrice, bronzo alle Olimpiadi del ’96 ad Atlanta, che sicuramente ci delizierà con qualche sua licenza poetica che al “fin della ripresa io tocco”.


Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

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