Una borsa metafora della vita


Chi l’avrebbe mai detto che il mio borsone olimpico finisse la sua avventura in un paese lontano, oltre oceano eppure la vita ci riserva sempre tante sorprese.
Mi ricordo quando lo ricevetti, faceva parte del completo olimpico per Atene 2004. Bello, robusto, una tela molto particolare, blu con inserti azzurri e il bianco ai lati con la scritta “Italia Team” e sotto il tricolore stilizzato. Su un lato porta il logo del Coni, che per la verità non mi piace molto e anche al sua simbologia mi lascia un pochino perplesso. Nel lato opposto il marchio dell’allora sponsor tecnico e cioè ASICS che come tutti sanno è l’acronimo di Anima Sana in Corpore Sano aforisma di “mens sana in corpore sano”. Già... quante avventure assieme e ora purtroppo è arrivato il tempo dei saluti, ma si sa che prima o poi bisogna affrontare questo aspetto della vita. Per la verità avrei dovuto lasciarlo morire tranquillo in Australia, infatti il danno finale successe proprio la sera prima di partire. Stavo chiudendo la cerniera principale e chiesi aiuto a Zeno perché effettivamente era troppo carico. In due si sa si fa meglio e non ci furono problemi a comprimere un pochino le cose al suo interno e a chiuderlo. Nel mentre però che eseguivamo una manovra che di per sé è sempre complessa e rischiosa, successe il patatrak! La zip si chiuse ma cedette un lato della cucitura. Zeno ed io ci guardammo molto perplessi. Il povero borsone ora si trovava ferito e pieno di mercanzie, ma soprattutto doveva affrontare un viaggio trans-oceanico, doveva esser preso in consegna da chissà quante mani e trasportato a lungo su nastri trasportatori che non hanno pietà delle loro prede. Loro, i nastri trasportatori, non guardano in faccia nessuno e vanno diritti verso l’obiettivo, poco importa se ad una curva il passeggero sbatte sugli angoli o su un cavalcavia scivola verso valle, tanto troverà qualcosa di più pesante che lo fermerà e lo riporterà a destinazione e soprattutto non parla, anche se i segni però, a volte, li porta evidenti.
Le alternative erano due. La prima cambiare borsa e abbandonare al suo destino il povero sventurato, ma non avevo nessuna voglia di rifare un’altra volta la fatica che avevo appena concluso. Facendo così avrei poi lasciato il mio figliolo senza bagaglio costretto ad andare a comprarsi una borsa nuova, visto che avrei dovuto prendere la sua. L’idea geniale però balenò prima negli occhi del giovincello e poi nella sua mente che espresse una banalità più che unica: “ che problemi ci sono all’aeroporto te lo fai imballare”. Giusto e così feci. A Buenos Aires, dove mi sono fermato una notte e ho dovuto cambiare aeroporto con conseguente nuovo check-in, ovviamente non ho sballato il borsone con la scritta Italia, per questo motivo ho dormito vestito in hotel e mi sono comprato uno spazzolino per i denti nuovo appena sbarcato a terra.
Arrivato a destinazione ho tagliato le striscette che lo tenevano unito e lui l’amico di tante avventure si è sciolto come neve al sole. La tasca laterale era un po’ che mi aveva abbandonato, il fondo era decisamente provato, ma tutto sommato manteneva il suo aspetto fiero non fosse altro per la grande avventura sportiva che aveva vissuto solo sette anni prima. Per dirla veramente tutta l’ho riempito ancora una volta visto che ho dovuto cambiare hotel, nell’illusione che forse mi ero confuso e che in realtà tutte le sue parti erano ancora integre ed efficienti. Mi sbagliavo anche se il vecchio borsone ha cercato di avere la sua ultima impennata d’orgoglio e mi ha condotto fino all’interno della nuova camera. Lì si è lasciato morire e lì lo lascerò portando però sempre con me un ricordo molto bello dei giorni trascorsi assieme. Mi sembrava giusto fargli conoscere il suo sostituto che ho appena acquistato su una bancarella nell’avenida Brasil per poco meno di trenta euro. Tutto nero, porta anche due rotelline su un lato per faticare meno nei tragitti tra i lunghi corridoi di aeroporti che non finiscono mai. Ha due barre di rinforzo nel fondo e ovviamente il tipo che me l’ha venduto mi ha assicurato che è di ottima qualità, tela grossa e zip a prova di bomba, importante è crederci!
Non facciamo un dramma però! Nella vita bisogna cambiare ed essere aperti sempre a nuove avventure, ricercare nuovi lidi con entusiasmo e passione. Non mi dimenticherò della mia vecchia valigia, non mi dimenticherò mai di tutte le cose che mi ha trasportato per il mondo, non dimenticherò mai il suo devoto contributo che ha contribuito a farmi vivere questa nuova e affascinante avventura.

Occhio all’onda!

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