Slovacchia più 16 in un anno


Prima di entrare ad analizzare analiticamente le varie categorie mi concentrerei su una piccola analisi dei risultati ottenuti come squadre nazionali. Cercando di capire che cosa sta succedendo all’interno dei vari team in prospettiva London 2012.

Dalla Tabella riassuntiva per nazioni si nota subito che solo 20 nazioni sono entrate in qualche finale sui 45 paesi che hanno partecipato al mondiale e solo 22, di media, in Coppa del Mondo.

Partiamo dalla grande Germania che ha avuto un incremento rispetto al 2009 di 4 finali. 13 atleti, come lo scorso anno, hanno preso parte a 28 finali. In sostanza tutti gli atleti schierati al via sono entrati in finale fatta eccezione per Muller/Muller e Fabian Dorfler, quest’ultimo presente solo alla coppa del mondo di Augsburg, dove aveva vinto la qualifica, e ai mondiali. Sono cresciuti nella canadese monoposto, nei kayak uomini e donne rimanendo stabili nella canadese doppia. Quest’ultima specialità sta vivendo in Germania un cambio generazionale e bisognerà aspettare probabilmente qualche tempo prima di vedere questi finalisti sui gradini più alti del podio. Jürgen Köhler e Henrik Bettge sono tecnici di lunga data per le canadesi. Il primo, ritiratosi dall’attività agonistica nel 1976, è entrato a guidare le squadre nazionali dal 1979, occupandosi esclusivamente delle canadesi. Tra i C1 possono contare sull’estro di Sideris Tasiadis un poco più che ventenne che gareggia per il KSA Augsburg e che esce da un dominio da junior impressionante: campione del mondo 2006 e 2008, campione europeo 2007 e 2008. Agli europei assoluti nel 2009 prende il quarto posto e inizia la sua scalata nella categoria senior. Quest’anno non è stato facile tenerlo a bada, in più gare infatti ha pagato l’esuberanza giovanile che dovrà essere incanalata nella direzione giusta se si vorrà tirare fuori il meglio da questo estroso teutonico. Nella C2 tutti gli equipaggi sono molto giovani anche se sembra imminente un rientro di Becker/Henze già presenti in coppa con tre finali tra le quali un bronzo a la Seu d’Urgell. Staremo a vedere!
Nei Kappa uno uomini sono impressionanti per il ricambio al vertice. Infatti sono usciti alla grande Hannes Aigner e Sebastian Schubert che si sono inseriti tra Grimm e Dorfler... e scusate se è poco! Fra le donne i tedeschi possono contare su un gruppetto compatto e consolidato con new entry prossime. Per loro ci sarà solo l’imbarazzo della scelta.
Come funziona la squadra tedesca è presto detto. Ci sono 4 tecnici, uno per ogni settore, e un responsabile generale nella figura di Michael Trummer. Sopra a loro un direttore tecnico generale per tutte le discipline olimpiche della canoa. Il centro di allenamento fisso è rimasto Augsburg, ma si sono decentrate anche energie e forze sul centro di Makkleeberg al nord per permettere una più capillare copertura. Il prossimo anno qui si disputerà una gara di Coppa del Mondo.

Veniamo alla Francia che vive un momento particolare secondo il mio modestissimo avviso. Infatti c’è stata una sorta di cambiamento nel modo di guidare le squadre nazionali. Non più il modello tedesco che abbiamo visto poc’anzi, ma un rapporto quasi diretto tra allenatore e atleta. Così Jean-Yves Cheutin non allena più il settore kayak uomini, ma segue da vicino Lefevre e Gargaud sia in C2 che per le specialità singole dei due eclettici atleti. Sylvan Curinier, ricordate l’argento olimpico di Barcellona ’92, un tempo responsabile del kayak femminile oggi segue da vicino solo Emilie Fer e Boris Neveu. Yves Narduzzi il tecnico francese che per alcuni anni ha lavorato negli Stati Uniti oggi segue Carole Bouzidi e l’estrosa Nouria Newman oltre a Etiene Daille e Piere Bourliaud...lui che era uno specialista della canadese monoposto!
Thierry Saidi, che pagaiava in C2 con Del Rey, 3 titoli iridati a squadre e 2 bronzi individuali nell’89 e ’91, segue Nicolas Peschier e Pierre Labarelle in C1 e due C2 e cioè Klauss/Peche e Fougere/Fougere. Ci sono poi Vincent Redon, un k1 con qualche presenza in nazionale negli anni ’90, che segue Combot. In fine Eric Biau, un ex C2 che gareggiava con Bertrand Daille, è il direttore tecnico dello slalom e ha preso il posto dal 2009 di Christophe Prjgent, oggi responsabile del centro di allenamento di Pau.
I transalpini hanno avuto un incremento di 8 finali rispetto al 2009 con un atleta in più. Sono cresciuti in ogni specialità, ma soprattutto nel settore C2 dove sono passati da 4 a 7 finali e nella canadese da 4 a 6. Nel Kayak uomini da 3 a 5 nonostante la debacle di Fabien Lefevre che non ha preso nessuna finale nel 2010.

La nazione che ha avuto il più alto incremento di finali dal 2009 al 2010 è la Repubblica Slovacca che è passata da 21 a 37. Ma ciò che impressiona ancora di più è che le ha ottenute con ben 16 atleti (10 nel 2009). Scontata la supremazia nella canadese monoposto è decisamente cresciuta anche la categoria dei C2 con l’inserimento stabile dell’equipaggio Kucera/Batik tra i migliori al mondo. Si sono rivisti finalmente, dopo un intero anno di digiuno, finalisti anche nel kayak uomini. Nel settore femminile, nonostante lo stop forzato della Kaliska, c’è stato un incremento di tre finali.
La seconda nazione con l’incremento maggiore è stata la Slovenia che è passata da 5 a 16. Agli scontati kayak si sono aggiunte le canadesi monoposto. Il sistema organizzativo della piccola repubblica che confina con l’Italia è molto semplice. La Federazione è guidata tecnicamente da Andrej Jelenc, lo ricordate? Campione del mondo C1 discesa nel 1989, terzo nel ’91 e argento in Val di Sole ’93. E fu proprio questo secondo posto che lo convinse ad attaccare la fatidica pagaia al chiodo. Infatti iniziava l’era Panato e mi ricordo che mi disse:”caro Ettore il mio tempo è finito ora è iniziato quello di Vladi, un fenomeno”. Certo Jelenc la vide lunga e i successi per l’allora giovanissimo veronese arrivarono puntuali come il canto del gallo alla mattina quando spunta il sole! Bene, gli sloveni finanziano i tecnici di società che lavorano nei 5 o 6 canoa club, per un totale di una decina di allenatori. Una volta che gli atleti entrano nelle squadre nazionali vengono seguiti dai tecnici che li hanno cresciuti e seguiti. Un sistema molto semplice ed efficace, anche se presenta delle controindicazioni nel momento in cui il club rimane scoperto per l’impegno del tecnico a livello di nazionale.
La Repubblica Ceka è calata nelle canadesi monoposto, ma è cresciuta sia in C2 che nei kayak uomini e donne per un incremento totale di 6 finali.
Inglesi con un più 5, Australiani con più 4, spagnoli e polacchi con più 3, Austria e Russia più 2, Cina e Makedonia più 1. USA, Belgio, e Giappone nessun incremento stabili nelle rispettive quote 2009. Per Irlanda meno 2 e Grecia meno 1.
I polacchi hanno assoldato al ruolo di commissario tecnico una vecchia volpe come František Valík, già allenatore della ex-Yugoslavia dal 1979 all’81, poi passato con l’Austria per cinque anni (’90 - ’94) ed allenatore personale di Marcela Sadilovà fino al suo ritiro dello scorso anno. Nel 1999 ha dato vita all’azienda “Caiman” che produce in modo particolare canoe da slalom.
I cinesi non hanno più stranieri nel loro staff tecnico e per la verità non è una bella cosa per un gruppo che si preoccupa esclusivamente dell’aspetto fisico trascurando la tecnica. Così facendo vanno decisamente a braccetto con qualcuno di casa nostra, ma, per fortuna sua, gli atleti di livello vanno viceversa per un’altra strada. L’Italia ha un più 4 che va letto così: una finale in più rispetto alla scorsa stagione in C2 sempre per Benetti/Masoero nonostante l’impegno federale sia stato sostanzioso per portare ovunque tre C2. Le altre 3 finali di incremento arrivano nel kayak uomini dal solito Daniele Molmenti e da un ritrovato Stefano Cipressi riconvertito alla logica tecnica su l’esaltazione fisica.
I nipponici hanno messo sotto setaccio l’intero movimento dello slalom, infatti era presente a diverse gare di coppa del mondo, premondiali e mondiali uno staff di ricercatori dell’Università di Tokyo intenti a riprendere, analizzare e studiare il nostro mondo. Chissà mai se verrà pubblicato qualche cosa in merito.
Due parole ancora per la Grecia che si è trovata senza più Roberto D’Angelo a guidarla. Il tecnico italiano, ora impegnato con il centro studi della Fick, ha lasciato gli ellenici per rientrare nell’amata Patria. I bianco-celesti non navigano in buone acque, vuoi per la crisi economica che li ha colpiti, vuoi per un impianto poco utilizzato e vuoi per una mancanza di una guida tecnica capace di dirigere il movimento. Il tentativo di Benoit Peschier di gareggiare per la Grecia si è rilevato molto problematico e dopo solo la prima gara di Coppa il campione olimpico di Atene non si è più visto.

fine seconda parte - Occhio all'onda!

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