Slovacchi gioco di squadra. Estanguet uomo vincente


La canadese monoposto vive da tempo nel dualismo Estanguet - Martikan. Sono loro due che fanno il bello e il brutto di questa magica disciplina da diversi anni. Tony era uscito malamente dai Giochi Olimpici, come avevo sottolineato lo scorso anno, ma direi che in due anni si è ripreso delle belle soddisfazioni. Alle spalle dei due mostri sacri sono cresciuti non poco Matej Benus, che si è portato a casa la Coppa del Mondo e ha preso finali in tutte le gare a cui ha partecipato. Come lui anche il suo compagno di squadra Alexander Slafkovsky. Non per niente con Martikan si sono confermati campioni del mondo a squadre su un percorso, come quello di Tacen, assai aleatorio.
Mi sono piaciute le parole di “Super Tony” che ha commentato così il suo successo iridato:”mi sono lasciato andare in finale e ho seguito la musica dell’acqua, senza forzare mai”. Molto significativa la fotografia del transalpino per il suo terzo titolo mondiale individuale (’06;’09;’10) che ora lo riavvicina a Martikan che di titoli iridati individuali ne ha accumulati ad oggi ben quattro (’97;’02;’03;’07) e altri quattro a squadre (’97;’03;’09;’10), contro i due a squadre di Tony (’05 e ’07). La stessa filosofia del francese la si ritrova nello slovacco che, intervistato dopo una prova di Coppa del Mondo ad Augusburg, dichiara: “il percorso era troppo facile bisogna pagaiare con troppa intensità, cosa che non faccio neppure in allenamento visto che preferisco modellarmi all’acqua”. Insomma forza, resistenza, costanza, ma quello che conta alla fine è questa sintonia fra l’uomo, la canoa e l’acqua per fare veramente il salto di qualità.
Il giovane sloveno Benjamin Savsek si è confermato un buon pagaiatore in canadese monoposto con ben quattro finali come il tedesco Sideris Tasiadis. Quest’ultimo, assieme a Christos Tsakmakis, ha gareggiato con una canoa uscita direttamente dalla loro fantasia e dalla loro ecletticità canoistica: la “TT Syphone”, in collaborazione con Galasport, è uno scafo molto innovativo e soprattutto molto instabile, nato soprattutto per il mondiale di Seu del 2009.Per la verità, secondo il mio modestissimo parere, il mezzo li ha penalizzati non poco perché sicuramente è una barca che non permette nessun errore e molto spesso si sono trovati a dover risolvere problematiche legate proprio all’equilibrio. In modo particolare ciò è successo al greco che, a parte il bronzo agli europei U23, non è riuscito a centrare nessun’altra finale. E’ quello che in parte è capitato a Chanut Gargaud che se da un lato è riuscito a vincere gli europei U23 e a mettersi al collo l’argento ai mondiali in C2, ha avuto un calo nella specialità individuale da quando gareggia in entrambe le specialità. Il bianco di Francia dovrà risolvere il dubbio amletico: C2 o C1? C2 e C1 questo il dilemma!
E la canadese italiana come si è comportata quest’anno dopo aver nominato ben due tecnici del settore? La risposta è già stata scritta in molti miei precedenti interventi e il quadro ahimè non è per nulla cambiato anzi... Si pensi che campione italiano è Andrea Benetti, notoriamente atleta della canadese doppia che di ore nella specialità singola ne ha passate veramente poche tanto più che nasce come kappista (europei junior ’97 e mondiali ’98), secondo italiano Stefano Cipressi e terzo Stanislav Gejdos. Solo settimo il C1 su cui punta tutto la Federazione. Ora il bravo Andrea, onesto singolarista, ottimo ciduista, ha preso il 19,3% dal campione del mondo e con una percentuale così non si passa neppure il primo turno ad una gara internazionale. Il minimo richiesto per fare ciò è il 16%. Per quello che riguarda il giovane laziale fatelo crescere con la dovuta tranquillità e non tirategli il collo come state facendo, se poi qualcuno gli dicesse anche di spingere la canoa avanti con le ginocchia gli risparmiereste tempo e fatica ottenendo risultati migliori! Così, solo per un piccolo suggerimento anche se non richiesto.

Fiducioso l’anno scorso, nell’analisi di una stagione di slalom, scrivevo che sarebbe auspicabile che la lungimiranza di qualche politico capisca che è il caso di aprire le gare della canadese monoposto già dagli allievi. Sono stato ascoltato e la cosa si è concretizzata.

Quest’anno suggerisco di introdurre nelle gare nazionali la prova di qualifica, semifinale e finale così abituiamo i nostri atleti a gareggiare sotto pressione come avviene nelle prove internazionali. Chissà che qualcuno di influente legga e faccia tesoro.

Se poi ci facessimo promotori a livello internazionale della combinata - slalom più discesa - sarebbe il massimo... per il momento ovviamente!

Occhio all’onda!

fine sesta parte -

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