Lefevre semplicemente divino


L’ultimo a lasciare il campo di gara questa sera é stato Daniele Molmenti che era alla ricerca del fisioterapista e del video. Dopo le gare é prassi comune riguardare la prova e magari farsi rilassare da mani sapienti e capaci per recuperare velocemente le energie perse per passare il turno. Dopo un lungo inutile peregrinare però Super Cali ha preferito raccogliere le sue mercanzie e lasciare il campo per rientrare in albergo sconsolato e abbandonato. Comunque il campionissimo ha messo in scena due manche che definirei “sane”, capace di migliorarsi tra la prima e la seconda discesa di quasi due secondi. Non male, considerando che, dopo la qualifica certa della prima prova, é sceso in seconda manche per il solo fatto di provare una volta ancora il percorso che troverà poi anche domenica in semifinale e speriamo in finale. Infatti, caso strano, il tracciato non cambierà e le medaglie si giocheranno ancora una volta sulle venti porte della qualifica. Diventerà interessante capire quanto riusciranno ad abbassare i tempi di oggi dopo che gli atleti saranno già discesi tre volte sul medesimo percorso... curiosità di tecnico! Chi oggi ha impressionato e ci ha fatto tornare indietro nel tempo é stato il bianco di Francia Fabien Lefevre. Il suo tempo ha qualche cosa di incredibile specialmente nel modo in cui é stato messo in atto: semplicità e fluidità tanto da farci pensare che il magrebino si sia trasformato in acqua o che, viceversa, l’acqua abbia preso forma e consistenza umana. Velocissimo nel traghetto fra le due risalite 4 - 5. Magico nel passaggio 11 - 12, due porte a “ski” dove ha usato il suo corpo per restare in equilibrio sull’acqua dopo aver tolto la pala destra dall’elemento liquido senza esitazione, ma con tanto coraggio. Elegante nel buco della 14 per entrare nella 15 in risalita. Spregiudicato alla risalita 17. Dinamico sulla 18. Effervescente nel rush finale. Quindi nel complesso semplicemente divino! Se saprà ripetersi saranno problemi seri per tutti. Chi invece ha patito più del dovuto è stato l’idolo di casa Pete Kauzer che dopo dopo la prima discesa aveva preso un 50 alle due porte a “ski” così come Stefano Cipressi e Jure Meglic. Kauzer nella seconda prova a sua disposizione si è guardato bene dallo stringere troppo le entrate nelle risalite, mentre sulle discese ha optato per linee magari più lunghe, ma con margini di possibili errori pari a zero. Quindi, senza prendere rischi, ha chiuso la seconda manche con un 93,28 che gli regala la quarta piazza e una qualificazione più che dignitosa. I suoi fans, numerosissimi, possono dormire sogni tranquilli e continuare ad apprezzare la birra che non manca sul percorso di gara. Per qualcuno però il mondiale è già finito, non mancano infatti i nomi illustri che staranno sulle tribune a guardare le evoluzioni dei loro colleghi. Il più deluso è certamente Michael Kurt che fino ad oggi ci aveva regalato belle gare e tante finali. Lo svizzero paga lo scotto del salto di porta nella prima discesa e poi nella sua seconda possibilità è dispersivo e troppo sporco. Fuori anche il finalista di coppa a Praga il canadese John Hasting con il compagno di squadra David Ford. Quest’ultimo, che di primavere ne ha passate più di quaranta, non è mai stato praticamente in gara, anzi le sue discese hanno avuto il sapore del patetico, con la bella e famosa moglie sugli spalti ad ammirare un declino da tempo annunciato. Fuori anche i due slovacchi Tomas Mraz e Kamil Kaniscak, e pensare che per arrivare qui avevano dovuto battersi come leoni per sconfiggere la concorrenza di Cibak e Potokny.
In casa Italia ci sono da fare in complimenti al dottor Sesana che è riuscito a rimettere in piedi, anzi in canoa, Diego Paolini, da giorni sofferente per problemi allo stomaco. Il forestale di Valstagna, che avrebbe potuto disputare una sola discesa visto il tempo fatto registrare in prima manche che gli assicurava a priori la qualificazione al turno successivo, ha saputo migliorarsi anche in seconda, peccato solo per un tocco di troppo che lo ha privato di un sesto posto davanti proprio al compagno Molmenti. Che dire poi del campione del mondo 2006 Stefano Cipressi che chiude in 33esima posizione una gara che lo ha visto molto brillante per più di tre quarti del percorso? Nulla di particolare! C’è solo la speranza che l’estroso slalomista della Marina Militare sappia mantenere nervi saldi e lucidità mentale per poter esprimere ancora una volta tutto il suo grande potenziale.

Domani giorno di medaglie per C2 e per le donne in kayak sia per le prove individuali che a squadre. Queste ultime assegneranno il titolo in una manche unica, fatto decisamente inusuale per il nostro sport che prevede una semifinale e una finale aperta al primo 50% dei classificati. Problemi di tempo e acqua però hanno costretto organizzatori e ICF a prendere decisioni a volte anche coraggiose ed impopolari

Occhio all’onda!

Tacen, 10 settembre 2010 - qualification day for K1 men - 33esimi Campionati del Mondo Canoa Slalom

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