Hochschorner: vivere con la paura di vincere

Davanti ad un birra, lo scorso aprile, papà Hochschorner, gesticolando con le sue grandi mani, mi aveva fatto capire che stava combattendo una guerra che non conosceva o meglio che non avrebbe mai pensato di dover combattere. Dopo i Giochi Olimpici di Bejing 2008 Peter e Pavol sono stati assorbiti dai media e da mille impegni più o meno mondani. I due fratelli, risolutamente molto schivi, per la verità sono rimasti con i piedi per terra, a parte qualche giusta stranezza tipo l’Hammer o la Nissan color oro. In barca però ci sono risaliti subito per proseguire a fare la cosa che certamente in questo momento gli riesce ancora e comunque alla grande. Nel 2009 vincono il mondiale a Seu d’Urgell per un’inezia davanti a Skantar/Skantar, ma continuano a combattere soprattutto contro loro stessi. Il 2010 non è brillante per loro... ovviamente lo sarebbe eccome per chiunque altro. Sono secondi in coppa a Praga e settimi a a Seu d’Urgell, mentre ad Augsburg restano fuori dalla finale, fatto quest’ultimo assai raro. In sostanza, ora, si trovano in quel limbo che colpisce i grandi campioni che hanno praticamente vinto tutto non una volta, ma molte di più*. La motivazione sembra essere scesa sotto le suole delle scarpe e al momento decisivo patiscono quella che gli psicologi sportivi definiscono: “la paura di vincere”. Loro che quando sono a contatto con porte e canali molto impegnativi ci regalano sempre puro spettacolo, incantando per eleganza e stile. Loro che sono la storia vivente di una specialità che sembra riservarci le ultime emozioni prima di passare nei ricordi di qualche onesto scrivano di gesta canositiche. Loro, che anche a questi Europei sembravano, dopo la semifinale, avere il titolo continentale già sulle loro coronate testa. Quel 96,87 era inarrivabile per chiunque non si chiamasse Peter e Pavol Hochschorner. 10% dai Kayak è qualche cosa di strepitoso. Eppure in finale in poco meno di dieci secondi si sono giocati praticamente tutto. Partono bene al primo split hanno un vantaggio sui compagni di squadra, Skantar/Skantar, di 0,46, leader di classifica con il tempo totale di 101,21. Nei successivi 30 secondi di gara guadagnano un secondo e 56. Il vantaggio nel primo minuto è quindi di due secondi e 01. Affrontano le porte a “ski” come un kappa uno. Pavol non si scompone e Peter sposta la barca a suo piacimento contorcendosi non poco alla 18, dove però, anche se in ritardo, gli viene data una penalità. Arrivano al salto e in fase di entrata nella morta a destra perdono l’equilibrio, il timoniere è costretto a fare un debordè sulla destra per contribuire a mantenere la sua testa e quella di suo fratello fuori dall’acqua. In una frazione di secondo, a meno di 50 metri dal traguardo, passano dalla stelle alle stalle con il rischio di saltare ben tre porte. A questo punto però lo spirito di reazione è velocissimo e rimettono in piedi una situazione piuttosto delicata. Salvano la faccia e l’orgoglio con un recupero eccezionale, ma la successiva penalità li relegherà in settima posizione. La gara è vinta dai compagni di squadra Ladislav e Peter Skantar che bissano così il successo del 2007. In seconda posizione gli onnipresenti ceki Jaroslav Volf e Ondrej Stepanek già campioni europei nel 2004 e 2005. Dal 1998 ad oggi i ceki sono sempre stati protagonisti in questa disciplina interpretando uno stile decisamente personale. Bronzo ai britannici Florence e Hounslow. Il primo gareggia anche in C1 e il secondo in K1, ma questo è superfluo dirlo perché ormai tutti voi iniziate a conoscere alla perfezione questi grandi campioni, tanto magari da farvi venire anche qualche incubo notturno!

In ottica azzurra questa specialità presenta non pochi dilemmi. L’ho già scritto, ma lo ripeto: fermate il buon Erik e curatelo a dovere come fu nel 2007, anno in cui il C2 italiano vinse il bronzo ai mondiali in Brasile. Vederlo pagaiare è una sofferenza per lui e per noi che stiamo sulla riva. Se aspettate che l’atleta prenda questa decisione aspetterete a lungo, un guerriero combatte sempre pur sapendo che molto probabilmente dopo una colazione abbondante cenerà alla sera nell’Ade, ma non mollerà mai!
Non serve insistere anche se si dovesse vincere i mondiali a Tacen, la qualificazione olimpica è troppo importante ed entrare nei primi cinque o sei equipaggi, dipenderà cosa faranno gli inglesi, in Europa non è facile, anzi è una vera e propria impresa.
Lo sa bene il CT dell’Italia che ad ogni gara fa il conto delle nazioni che ci stanno davanti in tutte le specialità. Per i kayak uomini non ci sono problemi, per tutte le altre categorie bisogna a questo punto andare ad Haiti e affidarsi a qualche rito “voodoo” dopo aver gettato alle ortiche sei anni di lavoro con presunti progetti e promesse!

Occhio all’onda!

Cunovo, 21 agosto 2010 - Campionati Europei Canoa Slalom - ultima puntata!



Risultati dei fratelli Hochschorner in C2 slalom: 5 titoli europei individuali - ’98, 2000, 2002, 2008, 2009; 2 titoli europei a squadre 2002 e 2005; 3 titoli mondiali individuali - 2002, 2007 e 2009, 1 titoli mondiale a squadre nel 2009; 3 Giochi Olimpici - 2000, 2004 e 2008

p.s. è di questi minuti: gli Hochshorner sono rimasti fuori dalla qualifica ai pre-mondiali. Due salti di porta, uno nella prima e uno nella seconda manche ne è stata la causa. Il secondo sembrava però proprio voluto e ricercato da Pavol. Ma?

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