La via sbagliata per cambiare


Mi chiedo perché i dirigenti dell’ICF perdano così tanto tempo a cercare di cambiare regole e regolamenti in continuazione e non si concentrino invece sui veri problemi della canoa. Lo slalom negli ultimi sei anni ha avuto talmente tanti cambiamenti che è difficile, anche per chi è del settore, restare aggiornato e capirne le motivazioni. E’ di questi giorni infatti, l’introduzione ai Giochi Olimpici di una sorta di presunto allargamento di partecipanti nella canadese doppia. In sostanza ogni nazione potrà schierare al via nella C2, oltre all’equipaggio che si qualificherà con i gli approvati criteri, anche un altro equipaggio messo assieme con atleti del kayak e della canadese già qualificati per i Giochi. Tanto per fare un esempio è come se Daniele Molmenti gareggiasse in kayak e poi salisse sul C2 con Roberto Colazingari e partecipassero alla gara della canadese doppia in cui gareggiano anche Benetti e Masoero per i colori dell’Italia. Ora trovare un kayak che sia anche un buon compagno per il C2 non è cosa semplice. Si consideri infatti che al mondo attualmente ci sono solo due atleti che sono impegnati in k1 e in C2 contemporaneamente e cioè sono un certo Fabien Lefevre e Richard Houslon. Così facendo si avvantaggerebbero solo due nazioni e cioè Francia e Great Britain ammesso e concesso che in kayak si qualifichino il citato Lefevre il buon RIchard Houlson e in canadese monoposto i compagni di barca Denis Gaurgau e Florence. Se fosse così i transalpini e i sudditi di sua altezza la Regina avrebbero la possibilità di schierare al via due equipaggi realmente competitivi. Attualmente non sembrano esserci altri potenziali equipaggi che si possano mettere assieme tra K1 e C1 si veda anche l’esperimento che stanno facendo gli sloveni con Hocevar e Kralj, due ottimi atleti nelle rispettive discipline, ma decisamente scadenti nella specialità doppia e si sa che la canadese doppia è certamente una delle imbarcazioni più difficili e complesse tra tutte le specialità dello slalom.
Tutto questo ambaradan, per il solo fatto di guadagnare al via, forse, ma non è detto, due barche in più nella canadese biposto. Insomma un gran bordello che non rispecchia la realtà. E allora perché scomodare il CIO con astruse proposte che denotano un’assurdità tecnica? Come diventa assurdo far disputare in acqua piatta la piccola finale o finale B. Mi immagino un atleta che è fuori dalla finale e magari deve giocarsi al finale in K4 o K2: che senso potrebbe avere fargli disputare un’altra finale che non ha nessun valore se non quello di assegnare le posizioni dal nono al 16esimo posto, quando la cosa si può già avere prendendo a riferimento il tempo di semifinale? Non sono un esperto di canoa da velocità e allora chiedo lumi al buon Frank Guglielmi che magari mi farà cambiare idea!
C’è un effettivo problema espresso dal CIO relativamente ai costi di realizzazione degli impianti per lo slalom e molti delegati si chiedono se ha senso utilizzare queste spettacolari strutture per soli 85 atleti e per tre giorni di gare. Il problema però non si risolve aumentando a tre i giorni di finale - come proposto - o aumentare qualche numero nella C2 che tra le altre cose è destinata a soccombere. La soluzione sta nella proposta che presentai a febbraio scorso a Mr. Perurena e a Fox in cui si prospettava di aumentare le medaglie da assegnare con uno sprint e una successiva combinata: l’impianto verrebbe utilizzato per più di una settimana triplicando le medaglie.

Ribadisco ancora una volta il concetto che avevo più volte espresso relativamente al problema del nostro sport e cioè che l’attuale realtà è già bella e pimpante e la causa dei nostri mali non sta nel regolamento o nelle formule di gare. Bisogna aumentare i numeri di nazioni che partecipano a mondiali e a prove internazionali, offrire loro opportunità di crescita costantemente e non ricordarsene solo alla vigilia di qualche prova iridata.
Spingere sulla televisione offrendo il prodotto finito e ben confezionato.

Che poi l’ICF faccia passare il cambiamento dicendo che tutto ciò e avvenuto: ”... after consultation with Athletes and their teams, the competition...” lo trovo ancora più assurdo e falso, poiché di tutto ciò non si è mai parlato in nessuna riunione team leader, meeting o qualsivoglia forma di comunicazione.
Per la verità non mi stupisco più da quando sulla cover dell’inserto del sabato della Gazzetta dello Sport hanno iniziato a metterci le mogli, se pur avvenenti, dei giocatori.
Ai ringraziamenti generalizzati post vittoria senza la pur minima logica mi ero già abituato!

Occhio all’onda!

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