Non riesco a decidermi se preferisco la “Nutella” o la “Marronata”, certo è che non disprezzo né l’una né l’altra, quindi, per non fare torto a nessuno, alla mattina mi faccio una fetta di pane ai cereali con la delizia di nocciola e una fetta con la dolcezza del frutto autunnale per eccellenza.
Le promesse vanno mantenute e allora bisogna approfondire l’argomento dell’esclusione di Peter Cibak dalla squadra slovacca dei Kayak uomini. Ora sembra sorprendente che uno del suo valore – terzo ai mondiali nel 2005 -
possa farsi prendere in castagna (per restare quasi in tema con il mio amletico dubbio) in tutte e tre le gare di selezione disputate su percorsi (Cunovo e Liprovosky) decisamente conosciuti dal potente pagaiatore slovacco. Eppure anche lui, evidentemente, ha pagato lo scotto di tensione e di stress che nelle prove selettive sembrano non risparmiare nessuno. Forse, per questa esclusione, si sarà rivoltato nella tomba anche il nonno Ondrej Cibak tanto famoso da queste parti che al solo nominarlo la gente esprime rispetto e devozione. E pensare che i Cibak qualche discendente lo hanno sempre piazzato nella squadra nazionale fin dalla notte dei tempi dello slalom. Chi era il capostipite è presto detto basta ricordare che lui è stato praticamente il primo progettista di canali artificiali aprendo quella strada che ormai non ha più fine. Ondrej nasce in Cecoslovacchia a Liptovský Mikuláš nel 1926 e si avvicina, giovanissimo, alla canoa. Partecipò ai Campionati del mondo di Merano nel 1953 e ottenne un 12esimo posto di tutto rispetto. Quando si parla di questa edizione iridata non si può, però, non parlare dell’evento che la caratterizzò e che ancora oggi è ricordato nei libri di storia sportiva. Infatti uno dei compagni di squadra di Cibak, un certo Milo Duffek, l’inventore di quello che noi italiani chiamiamo aggancio, stanco dell’oppressione comunista, decise di prendere la palla al balzo e scappare prima della fine dei mondiali eludendo la sorveglianza che sempre accompagnava le squadre dell’Est. Infatti, alla mattina del 26 luglio del 1953, tutti lo aspettavano in partenza per la gara a squadre, ma lui, notte tempo, si era dato alla fuga per raggiungere prima la Svizzera e poi gli Stati Uniti d’America . La Cecoslovacchia quindi non partecipò, per evidenti ragioni, alla gara a squadre nel kayak maschile. Cibak tornò a casa dall’Italia piuttosto scosso, decise di ritirarsi e mettere le sue energie ad allenare le nuove generazioni e contemporaneamente sviluppò le sue idee per cercare di realizzare dei percorsi artificiali di slalom. Giunse però solo nel 1978 a realizzare il primo vero canale artificiale, dopo quello delle Olimpiadi di Monaco, nel 1972 e proprio a Liptovský Mikuláš.
La fama di questo allenatore per mestiere ed “ingegnere” per diletto presto raggiunse tutta l’Europa e furono diverse le località che lo chiamarono per una consulenza tecnica di riferimento proprio sulle nuove strutture canoistiche.
Fu così per il canale di Barcellona, a La Seu d’Urgell, che riportò lo slalom ufficialmente fra gli sport olimpici, per i nuovi canali di Cunovo (operativo nel 1996) e poi ancora per Cracovia e tante altre località. Mi ricordo nel lontano 1991 quando venne in Val di Sole chiamato da Pietro Scaramella, l’allora presidente del Comitato Organizzatore dei Campionati del Mondo ’93, praticamente gli ultimi che videro slalom e discesa svolgersi sullo stesso fiume e nello stesso contesto. Sul Noce Ondrej Cibak, nel frattempo insignito della laurea in ingegneria idraulica honoris causa dalla Slovak University of Technology, diede qualche dritta che purtroppo non si fece in tempo ad attuare visti numerosi inghippi burocratici e i tempi ristretti. Aveva suggerito, infatti, di realizzare una piccola diga alla fine del percorso di slalom a Mezzana che avrebbe permesso di svolgere le prove in assoluta sicurezza. Così facendo, in zona arrivo, si sarebbe formata una grande morta per scendere dalla canoa e per recuperare eventuali canoisti rovesciati. Era un gran brav’uomo, semplice e amante della buona cucina. Parlava italiano ed era di riferimento per molti con i suoi consigli e con la sua lunga esperienza. La sua città, per ricordarlo, ha scritto il suo nome tra i più famosi personaggi della storia Slovacca su un monumento posto al centro di Liptovský Mikuláš a ricordo delle opere e della sua vita di sport e studio. Muore nel 2000 e ogni anno è ricordato con il Trofeo a lui dedicato nelle gare del Tatranska Slalom giunto quest’anno alla 62esima edizione. Mi fermo qui con i ricordi anche se mi verrebbe da raccontarvi la 40esima edizione dei Tatransk Slalom a cui partecipai con Pierpaolo Ferrazzi e Ivan Pontarollo. Ivan vinse il circuito, Pierpa poco distante e io chiusi al quinto posto, ma ovviamente ciò che si ricorda maggiormente è il viaggio che fu mitico: noi tre, una macchina a noleggio, spese pagate dalla Fick, una sosta al Trento Sud per farci finanziare dall’allora consigliere federale Fulvio Bonmassar, e… nessuno al seguito, solo la nostra voglia di pagaiare e la voglia di misurarci con il mondo!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Cunovo, 14 maggio 2010

- 20 giorni dai Campionati Europei di Slalom


P.S. giusto per la cronaca e per una completa informazione la squadra dei Kayak uomini 2010 per la Slovacchia in coppa del mondo e campionati europei è composta da Kamil Kaniscak classe 1987; Jan Saibidor classe 1982 e da Tomas Mraz nato nel 1980 per una media di 27 anni. I due migliori risultati in coppa e nella gara continentale si qualificheranno per i campionati del mondo di settembre e per il terzo posto ci si giocherà il tutto per tutto alla Danubia Cup ad agosto. Chiaro l’obiettivo di tenere stimolati comunque tutti gli atleti anche quelli momentaneamente fuori dal team della nazionale.

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nella foto Ondrej Cibak

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