Maurizio Tognacci... dal salato al dolce


Il mio amico Maurizio Tognacci l’altra sera mi ha tenuto sveglio a lungo, lui non lo sa o meglio lo scoprirà quando aprirà la sua posta elettronica carica di foto dell’Adigemarathon. Me lo immagino che lancia improperi verso quel “cagnaccio di Ivaldi” come, da buon emiliano, mi chiama da tempo. La ragione è semplice ed è fatta di tanti mega bite che stanno succhiando memoria ram al suo strumento informatico. Eppure la sua impresa è stata documentata a lungo e con puntiglio dai nostri 4 fotografi ufficiali. Sarà però contento quando, dopo qualche settimana, si vedrà recapitare sul suo computer fatica, sudore, sofferenza e giusta gloria finale. Le fotografie diventano spunto per raccontare momenti vissuti alla grande e per non dimenticare magiche emozioni. Con il suo compagno rivivrà le fatiche e le lotte con avversari, onde, e lunghi piattumi che ti succhiano anche il sangue. La bocca impastata, lo sguardo attento e tirato. Su quel K2 modificato per il fiume – non male l’idea di piazzarci in punta un pezzo di una canoa da discesa per frangere onde e ritorni d’acqua – con il cappello da lanciatore di baseball girato con la visiera dietro - pronto a sferrare la battuta per eliminare l’ultimo “bastardo” Yankee. Eppure lui con le stelle e strisce ci è andato a nozze e se la memoria non mi tradisce deve aver anche gareggiato per qualche anno sotto quella bandiera. Nel 2005 era il tecnico USA per gli junior e aveva accompagnato i ragazzi americani al mondiale in Val di Sole, lo ricordo bene, come ricordo bene quel mondiale dove scoprii con grande sorpresa di essere in grado di tradurre alla lettera il tedesco parlato dell’allora presidente ICF Ulrich Feldhoff ! Eppure non l’ho mai digerita la lingua dei teutonici, ma i discorsi di commiato dei politici sono sempre gli stessi: tante belle intenzioni, tante promesse e pochi fatti, saluti e baci e tutti a casa a mandare avanti la baracca nello stesso identico modo.
Il buon Maurizio, che pagaia spinto da una infinita passione, pari forse solo a quella di Andrea Giacoppo, quest’ultimo di solo qualche anno più giovane e dalla chioma più consistente, è un esempio di costanza con un serbatoio infinito di energia. Lui, Tognacci, è presidente del Canoa Club Rimini e per molti anni ha fatto coppia con un grande personaggio che i “piedi per terra” li ha tenuti per poco tempo Giulio Rodorigo: pilota di caccia e grande narratore di racconti dipinti tra aria e acqua, le sue due magiche passioni. I due hanno fondato 25 anni fa il sodalizio sul mare portando un po’ di acqua dolce nella cittadina più salata per antonomasia, conosciuta nel mondo per le spiagge e per le discoteche perdi sonno.
Con Maurizio abbiamo avuto un chiarimento profondo nella primavera del 2005 sul fiume Enza, quando lui mi era stato proposto come collaboratore tecnico nella lunga trasferta di Coppa del Mondo in terra d’Irlanda e Inghilterra. Sostanzialmente nella nostra visione diversa di ruoli non vedevo di buon occhio la sua richiesta di poter comunque proseguire nei suoi allenamenti quotidiani anche al seguito della nazionale. Il chiarimento fu fatto: lui rispettò la mia decisione e credo che da quel momento ci sia sempre stato fra noi un reciproco e sacro rispetto. Ammiro ed elogio il pagaiatore di Rimini per la passione, la costanza, la dedizione e la voglia di misurarsi ancora con il cronometro a 53 anni suonati. La canoa gli deve molto non fosse altro per quel sorriso che sempre illumina il suo volto anche nei momenti più critici della competizione.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi


foto studio Ennevi VR

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