... in attesa dei Campionati del Mondo di Slalom - 5


Helen Barnes è senza dubbio la più intraprendente sportiva che abbia mai avuto occasione di conoscere. Manager di se stessa, con una spiccata fantasia e con un’energia spesa a cercare sponsor, l’irlandese si è presentata a questo mondiale con una canoa veramente unica. Si sa che vivere di canoa non è facile e tanto meno se i risultati di livello tardano ad arrivare. Se però non lavori e ti comporti da professionista ti puoi anche scordare gloria e fama: già così non è facile. E allora la furbacchiona Helen ha pensato di sponsorizzare la sua canoa con tutti coloro che le hanno offerto aiuto mettendo a sua disposizione magari anche un solo pound. Questa volta però ha battuto cassa non nelle grandi aziende, ma bussando porta a porta, raccogliendo un’offerta libera in cambio di una foto del gentil contribuente appiccicata al suo bianco kayak. Ne è risultato un piacevole puzzle di foto tessera che l’accompagnano ogni volta che pagaia.
Anche Helmut Oblinger ha sul suo mezzo una foto, ma non è quella dello sponsor, bensì quella del figlioletto nato da pochi mesi. La cosa sembra stimolarlo molto visto che appena sceso da canoa corre dal suo pargoletto, affidato nel frattempo alle cure ed alle amorevoli mani del nonno canoista.
Super Cali è volato in bici procurandosi una piccola ferita alla mano, poca cosa visto che ha trovato velocemente consolazione e affetto… ieri ho parlato con lui sulle sue idee per modificare la canoa per la prossima stagione con il suo costruttore di fiducia Caiman. Testimonianza che il ragazzo è tranquillo, prepara il mondiale, ma pensa già al futuro. Qui gareggerà con la stessa canoa usata a Pechino, rosso fuoco, come rossi sono i suoi occhi pronti a dare battaglia. Il monopolio delle canoe sembra avercelo però Vajda che, dopo i nuovi entrati – Kauzer e Lefevre – e numerosi modelli sfornati in questa chiusura di stagione, ha praticamente catturato gran parte del mercato. Anche l’ICF per il progetto di sviluppo delle nuove nazioni ha chiesto aiuto al costruttore di Bratislava che ha aderito dipingendo le canoe di un giallo vivo.
Lodevole il lavoro dell’organismo internazionale per cercare di incrementare il numero di paesi nello slalom – iscritti ben 60 anche se lontani dal record di Augsburg 2003 con 73 – ma, purtroppo, tutto questo impegno è solo finalizzato alla prova iridata. In realtà bisognerebbe partire da più lontano e finalizzare il tutto per un arco di tempo molto più lungo. Non ci si può ricordare dello sviluppo solo quando nasce la paura di una possibile esclusione dai Giochi Olimpici per mancanza del numero minimo di nazioni imposto dal Cio. Non si capisce neppure perché a questi progetti aderiscano attivamente solo nazioni come la Francia, la Germania e in questo caso la Spagna, sono comunque posti e opportunità di lavoro per diversi tecnici che avrebbero la possibilità comunque di fare esperienza e portare a casa qualche centinaio di euro. Eppure politicamente non ci mancano i rappresentanti nell’organismo internazionale! Grande movimento quindi per assistere e far crescere il movimento internazionale. Grande movimento anche da parte di alcune nazioni che ai mondiali riempiono l’elenco degli accreditati con allenatori, medici, collaboratori dell’ultimo minuto, ma dove sono tutti durante l’anno e durante i freddi inverni?

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi - Seu d’Urgell 4 settembre ... a 5 giorni dal Mondiale e a 1.056 da Londra!

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